Luxottica, la Borsa "boccia" il ribaltone

Martedì 2 Febbraio 2016
La semplificazione in Luxottica per ora risulta indigesta alla Borsa. Ieri il titolo principe dell'occhialeria ha perso il 5,73% scendendo a 52,2 euro non lontano dai minimi dell'anno toccati a inizio gennaio. Il licenziamento di Adil Mehboob-Khan, ricompensato comunque con oltre sette milioni lordi di buonuscita, dopo un anno di lavoro (era arrivato da Wella nel gennaio dell'anno scorso) è stato pagato con un calo finale dopo che in mattinata l'azione era anche stata sospesa in asta di volatilità. Nessun allarme particolare né in azienda né tra gli analisti, anche perché il titolo non quota molto lontano dai massimi storici stabiliti pochi mesi fa (più di 67 euro, era agosto 2015) e si trova a un valore superiore di quasi il 40% rispetto all'autunno del 2014: dopo l'uscita di scena in rapida successione dell'Ad Andrea Guerra (dieci anni in sella) e del suo sostituto Enrico Cavatorta, il titolo era precipitato sui 35 euro per azione.
Leonardo Del Vecchio di sicuro è di nuovo pienamente al comando. Il fondatore e maggior azionista di Luxottica, 80 anni, ha confermato la volontà di mantenere le redini del gruppo per i prossimi due-tre anni. Non cerca nessuno, non sono al lavoro i cacciatori di teste: lui sarà presidente esecutivo con la delega ai mercati per il tempo che riterrà necessario, affiancato da un manager nato in azienda, Massimo Vian, l'amministratore delegato al prodotto. Così la struttura di comando è stata semplificata. Il mercato voleva un Ad forte e globale, è tornato un presidente da prima linea, come se Del Vecchio volesse togliersi le ultime soddisfazioni e preparare al meglio la sua successione che non sarà in famiglia. Per i figli ci sono le quote nella ricchissima cassaforte Delfin. «La mia decisione di assumere deleghe operative e dare un contributo più attivo al management deriva dalla consapevolezza che in questo nuovo scenario di mercato e per accelerare l'evoluzione in corso nell'area Mercati ci vuole un rinnovato spirito imprenditoriale - il suo commento ufficiale -. Rappresenta inoltre la garanzia che crescita, efficienza e investimenti rimangono priorità e continueranno ad avere un orizzonte di lungo periodo.
Diversi sono stati comunque i report sul leader mondiale dell'occhialeria, anche con tagli ai prezzi obiettivo. Le banche d'affari hanno guardato soprattutto ai conti, analizzando in particolare il lieve rallentamento nella crescita delle vendite nell'ultimo trimestre del 2015 e riducendo in genere le stime sugli utili per azione. Dando per scontato il risultato record del fatturato 2015 a oltre 8,8 miliardi, in crescita del 4,3% (con il record di oltre 9 miliardi per i ricavi rettificati), l'accento è stato posto sull'aumento limitato al 2% nel quarto trimestre.
Non preoccupa particolarmente la Cina, visto che l'anno scorso l'area Asia e Pacifico ha chiuso con una crescita dei ricavi del 5,5%. Ma quello cinese, dove Luxottica è comunque esposta per meno del 4% del suo fatturato totale, sarà uno dei mercati cruciali per il prossimo futuro: presto Del Vecchio andrà a Pechino, con diverse idee sul digitale da sviluppare anche su scala mondiale. E può ragionare sul fatto che l'anno scorso in Cina l'e-commerce è esploso del 33%, mentre le grandi griffe mondiali della moda si trovano in difficoltà dopo aver investito molto nella copertura fisica dell'immensa nazione, con negozi costosi da mantenere e dagli incerti ritorni.
Khan saluta il presidente con "grande ammirazione e affetto" e spiega che "non c'è stato alcun contrasto su alcun argomento con il cavaliere. È solo un tema di semplificazione del management: in tre non eravamo abbastanza efficienti". «Anche grazie al lavoro fatto assieme, Luxottica può ora guardare avanti forte di una struttura ancora più semplice, compatta e vicina al presidente Del Vecchio», osserva Massimo Vian.
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