La stretta di Grillo: multa di 150.000 euro a chi cambia casacca

Martedì 9 Febbraio 2016
ROMA - Il conto alla rovescia delle elezioni romane è partito anche per il Movimento 5 Stelle. I pentastellati, che entro metà mese dovrebbero formalizzare il loro candidato per la corsa a sindaco, hanno previsto che ogni pretendente firmi un codice comportamentale stringente, la cui violazione prevede per gli eletti le dimissioni e una sorta di "risarcimento" di almeno 150.000 euro per il danno di immagine inflitto al movimento. «Noi ci siamo e ci siamo tutti - garantiscono dal blog di Beppe Grillo - E cominciamo da Roma, per farla tornare città del mondo dopo i disastri di Rutelli, Veltroni, Alemanno e Marino. Sarà solo il primo passo, per dare una spallata definitiva anche al governo di questo Paese».
Parole che vogliono fugare ogni dubbio sulla volontà reale del M5S di conquistare il Campidoglio. Ma la polemica sul "regolamento" è dietro l'angolo, alimentata principalmente dal Pd. La dem Alessia Rotta si chiede se «150.000 euro è quanto chiedono nel partito-azienda se uno ha la malaugurata idea di pensare o dissentire? Siamo alla follia, è un insulto alla democrazia». «Ogni giorno di più, i 5 stelle dimostrano che uno non conta affatto per uno - rincara il deputato Pd, Ernesto Carbone - nessuna trasparenza, nessuna partecipazione davvero democratica». E dalla Regione Campania interviene anche il governatore Vincenzo De Luca: «Un esponente mistico dei Cinque Stelle che vive a Milano ha deciso che chi si candida e viene eletto a Roma deve pagare 150.000 euro se non è d'accordo...».
Ma la controffensiva dei grillini non si fa attendere. «L'attacco contro di noi continua - replica Alessandro Di Battista - In un Paese dove arrestano un esponente del partito di governo al giorno il problema è sempre tutto quel che fa il M5S. Il dramma è un codice di comportamento a Roma che serve a far rispettare regole e programma». Chiosa la deputata Roberta Lombardi: «Se ti candidi con noi prendi un impegno per questa città. Astenersi perditempo». Interviene poi anche il blog di Grillo,l'"organo ufficiale", a precisare il tiro e inquadrare la decisione: «Per noi il vincolo di mandato significa che se ti candidi con una forza politica e prendi l'impegno di attuare un programma scelto dai cittadini non ti viene concesso di cambiare casacca dal giorno alla notte e usare la poltrona per salvaguardare i tuoi interessi. Se lo fai, paghi dazio, e quei soldi vengono investiti, come parte dei nostri stipendi, per realizzare un'opera pubblica nella città».
L'annuncio del codice, comunque lo si consideri, è indice che i tempi per la scelta del candidato sindaco del M5S si stanno accorciando davvero. Tra i papabili ci sono anche alcuni ex consiglieri comunali come Virginia Raggi e Marcello De Vito, il quale proprio ieri ha messo in chiaro: «Noi siamo fieri delle nostre regole». Tra le sue "denunce" su internet una delle ultime riguarda le aziende partecipate del Comune di Roma e della Regione Lazio: «Secondo voi è normale che 23 soggetti (19 uomini e 4 donne) ricoprano 103 incarichi pubblici? Come possono gestire bene queste aziende?».

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