La Francia: ci saranno altri grandi attentati

Domenica 14 Febbraio 2016
MONACO - L'emergenza è stata centrale per tutti: la minaccia di Isis, in un clima generale di profonde divergenze - su Siria, Ucraina, profughi - è il filo rosso che tiene unita la comunità internazionale nella paura. Ma i toni più allarmanti sono quelli del premier francese Manuel Valls: «Ci saranno altri grandi attentati», ha detto intervenendo ai lavori di questo 52esimo forum, in cui ogni anno si riversano le apprensioni globali, in toni sempre più aspri nelle reciproche accuse.
«Siamo in guerra perché il terrorismo ci fa guerra - ha detto - Ci saranno altri attacchi e grandi attentati, questo è certo. La minaccia non diventerà minore, anche se noi lo vorremmo. E il pericolo investe una scala mondiale». La Francia ha pagato duramente, ha sottolineato Valls rievocando la strage di novembre, ma oltre all'Europa anche il mondo islamico è a rischio. Ed è meglio non farsi illusioni: «La battaglia al terrore durerà a lungo, forse un'intera generazione, e noi dobbiamo dire la verità alla nostra gente», ha aggiunto in un altro passaggio della sessione dedicata ai primi ministri, condivisa con il premier russo Dmitri Medvedev. Quello che la comunità internazionale è chiamata a condurre contro Isis «è un nuovo tipo di guerra, un conflitto senza regole, nel quale contro il nemico non è possibile alcuna forma di diplomazia». Non si può rimandare, a questo punto, anche l'elaborazione di strategie serie contro la radicalizzazione: «Esiste questa fascinazione ideologica - ha spiegato affrontando il cuore del problema e citando in particolare poi l'Europa - ci sono migliaia di estremisti in Francia, anche tante donne». A questa forte minaccia, che si annida nel profondo della società di diversi Paesi europei, bisogna trovare una risposta efficace. Nel "duello" con il primo ministro della Russia, l'interlocutore scelto dagli organizzatori della conferenza, Valls ha attaccato Mosca, intimando di smetterla di bombardare i siriani. Ma Medvedev gli ha replicato che non vi sono prove che la Russia colpisca i civili e ha condannato il terrorismo per legittimare le strategie di Putin: «Il terrorismo è un problema di civilizzazione. O loro o noi. Questo devono capirlo tutti, senza ricorrere a dettagli o mezzi toni, senza distinzioni in amici e nemici, radicali e presunti legittimi».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci