La corsa dell'Audi gialla è finita in una stradina sperduta di Onè

Mercoledì 27 Gennaio 2016
La corsa dell'Audi gialla è finita in una stradina sperduta di Onè di Fonte (Treviso). Lì, in via Battagello, i tre che per una settimana hanno terrorizzato il Nordest con le loro scorribande, hanno abbandonato quel bolide con targa svizzera e l'hanno incendiato per cercare di distruggere ogni indizio che possa portare alla loro identificazione. Erano passati pochi minuti dalla mezzanotte quando i carabinieri hanno trovato quella che era un'Audi Rs4 completamente bruciata vicino a un guado del torrente Muson, in aperta campagna. Una strada talmente isolata che il sospetto è che almeno uno dei tre abbia una base nella zona, al confine fra la provincia di Treviso e quella di Vicenza. Sono state alcune persone che abitano in zona a sentire un botto e a vedere un chiarore che ha illuminato la zona: quando i carabinieri di Castelfranco, Asolo e Fonte sono arrivati hanno trovato l'Audi ancora in fiamme e sono stati i vigili del fuoco a spegnere l'incendio.
Dei banditi, naturalmente, nessuna traccia. I resti dell'auto sono stati poi portati nella carrozzeria Bolzon di Castelfranco: lì la vettura è stata esaminata ieri pomeriggio anche dai carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) per non lasciare nulla di intentato. Gli unici oggetti ritrovati, secondo quanto hanno riferito fonti investigative, sono alcuni oggetti da scasso, fra cui un piede di porco, lasciati nel bagagliaio dell'Audi. Il compito di identificare i banditi che hanno scorrazzato impuniti - almeno fino ad ora - per tutto il Nordest è certamente molto difficile, come ha subito sottolineato anche il procuratore di Treviso Michele Dalla Costa, ma è certo che magistratura e carabinieri esamineranno ogni minimo dettaglio per arrivare a catturare i tre. I Ris hanno poi raccolto altri indizi anche nel luogo del ritrovamento dell'auto. La storia dell'Audi gialla è finita nella notte fra lunedì e ieri, ma non è finita la paura per la banda che l'aveva rubata in dicembre all'aeroporto di Malpensa e l'aveva poi utilizzata per furti, sparatorie e spericolate corse su strade e autostrade del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. L'esame scientifico immediato dei reperti da parte del Ris è ritenuto importantissimo. E lo sottolinea anche il comandante provinciale dei carabinieri di Treviso, Ruggiero Capodivento: «I rilievi ci possono essere molto utili per avere più informazioni possibili». Il sospetto che la base del gruppo criminale fosse proprio nella Marca, al confine tra le province di Treviso e Vicenza, sta ormai diventando certezza, sia alla luce delle ultime apparizioni dell'Audi gialla lungo le strade della provincia sia perché i malviventi hanno dimostrato una certa dimestichezza negli spostamenti in zona, soprattutto nella Castellana. La stessa zona scelta per distruggere l'auto, in aperta campagna, senza possibili testimoni o telecamere, non è di certo casuale. Perchè disfarsi del mezzo proprio adesso? «Erano ormai arrivati al punto di non ritorno, l'auto non era più utilizzabile. Non si sono mai curati di nascondersi troppo ma non credo la loro fosse una sfida» spiega ancora Capodivento. L'ultimo avvistamento del mezzo risaliva a lunedì pomeriggio a Casale sul Sile, lungo via Schiavonia quando il bolide ha superato una colonna di auto ferme al semaforo, passando con il rosso: a bordo, oltre ai tre malviventi, ci sarebbe stata anche una quarta persona, forse un basista. Così ha riferito un testimone ritenuto credibile dai carabinieri (di nessuna utilità, purtroppo, sono le riprese delle telecamere di sorveglianza della zona). Secondo gli investigatori la banda potrebbe essere composta da ladri in trasferta, che in queste settimane sarebbero stati ospitati da complici nella zona di Castelfranco e Bassano. Ora, distrutta l'Audi, potrebbero già essere lontani, di certo convinti di averla fatta franca.
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