BELLUNO - (dt) Tutela del Piave: Santo Stefano capocordata. Parte dal Comune cadorino e dalla sempre attiva sindaca Buzzo la linea di difesa del fiume sacro alla patria. Ieri sera, infatti, il consiglio comunale ha approvato un atto ad hoc per il riconoscimento dell'asta del Piave quale patrimonio irrinunciabile per la comunità per il suo valore culturale, storico, architettonico e paesaggistico. Chi vuole fare idroelettrico sulla pelle dell'acqua bellunese è avvisato. Anche la Reggelbergbau srl, che ha in mente uno sbarramento e una centralina sotto il Ponte della Vittoria. Oggi gli incentivi statali tendono la mano agli impianti idroelettrici. E anche lo Stato italiano, che in recepimento di una norma europea considera le centraline idroelettriche «opere di utilità pubblica, urgenti e indifferibili». Quindi è molto difficile che gli organi preposti oppongano un rifiuto netto di fronte ad una richiesta di derivazione idrica per scopi idroelettrici. A meno che... La proposta era partita dall'architetto Irma Visalli. «Basterebbe dichiarare la Piave Area Paesaggistica di notevole interesse pubblico ai sensi degli articoli 131, 138-141 del codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo del 22 gennaio 2004, n.42, ndr) - aveva detto qualche giorno fa -. Si tratta di un'azione a cui può concorrere tutta la fila degli enti coinvolti, anche i Comuni. Un'azione che taglierebbe le gambe ad ogni richiesta e che può essere di diretta emanazione regionale». Detto, fatto: Santo Stefano ha deliberato ieri sera. Per il Comune cadorino, il Piave è area paesaggistica di notevole interesse pubblico. Adesso resta da capire quanti altri Comuni si muoveranno nella stessa direzione.
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