Invasione dei boschi: accordo ad Agrimont per gestire al meglio le risorse forestali

Sabato 25 Marzo 2017
Invasione dei boschi: accordo ad Agrimont per gestire al meglio le risorse forestali
BELLUNO - Una gestione oculata del prelievo e un utilizzo moderno e sostenibile. Federforeste e Anarf, Associazione nazionale attività regionali forestali, tentano di superare il paradosso delle foreste bellunesi e italiane: domani alle 10 all'Agrimont la firma dell'accordo. Per rimettere in sesto il territorio partendo dai boscaioli. Il documento potrebbe cambiare il volto del bellunese e dare una boccata d'ossigeno a tante falegnamerie. Perché il bosco avanza a grande velocità di anno in anno, mangia i pascoli e toglie terreni all'agricoltura ma, finora, il potenziale economico di queste foreste è inespresso e bellunesi come il resto dei veneti continuano a dipendere dall'estero, specie dall'Austria, per l'approvvigionamento di legname. L'accordo che sarà sottoscritto domani alle 10 potrebbe rimettere le cose al giusto al posto. Da esso il territorio e l'intero settore si attendono molto. L'obiettivo è quello di avviare una collaborazione strategica per una gestione intelligente e funzionale del patrimonio boschivo italiano, anche ridando valore alla figure di colui che si prende cura dei boschi, il boscaiolo. Seminario e protocollo sono la sintesi di un'azione capillare di Coldiretti nata da un dato di fatto: le foreste di montagna avanzano sempre più sui prati e pascoli tanto che la superficie forestale nazionale di quasi 11 milioni di ettari ha registrato un aumento di oltre 600 mila ettari rispetto a 9 anni fa. «In Veneto sono 414 mila gli ettari censiti per un incremento pari a 25 mila - spiega Martino Cerantola presidente di Coldiretti Veneto - il potenziale economico dei nostri boschi rimane ancora inespresso e il mercato del legno mostra una crescente dipendenza dall'estero per oltre il 70%, questo perché l'offerta italiana di legname risulta insufficiente». L'86,6% della superficie boschiva nazionale è sottoposta a forme di vincolo idrogeologico, ma solo il 15,7% dei boschi italiani è soggetto ad una pianificazione di dettaglio. Serve, dunque, un cambio di passo. Scelte di gestione delle risorse in grado di garantire da un lato la materia prime all'industria, dall'altro lo sviluppo socio-economico delle popolazioni locali, la conservazione degli ecosistemi, il loro stato di salute e la loro fruibilità turistica.

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