Indagato anche Izzo, difensore del Genoa nel giro della Nazionale

Martedì 24 Maggio 2016 di Scoperte frodi sportive legate alle scommesse del clan Accurso di Secondigliano Nel mirino anche una gara a Padova dove l'accordo saltò per l'arresto del boss
Indagato anche Izzo, difensore del Genoa nel giro della Nazionale
Ci risiamo, verrebbe da dire. Si torna a parlare di calcio truccato, di presunte combine, di frasi smozzicate e intercettate, di carabinieri che piazzano «cimici». Sette presunti camorristi di Secondigliano finiscono in cella, mentre il giudice applica i domiciliari a tre calciatori, in una vicenda in cui finisce sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica anche l'attuale difensore del Genoa Armando Izzo: un nome di grido, dal momento che rientrava nella prima rosa dei convocati della Nazionale di Conte in vista degli Europei. A svelare i risvolti della nuova pagina nera, a proposito di calcio e camorra sono il capo della Dda di Napoli Filippo Beatrice e il pm della Dna Maria Vittoria De Simone.
Spiega Beatrice: «C'è un'area grigia che si interfaccia con criminali, vi sono alcuni soggetti che non giocano solo a pallone ma coltivano relazioni per ottenere informazioni e realizzare illeciti». Riflettori puntati sul gruppo criminale della Vannella Grassi, in particolare sul boss Umberto Accurso (di recente arrestato per omicidio, ritenuto responsabile degli spari contro la caserma di Secondigliano) e il fratello Umberto (dal 2014 collaboratore di giustizia). Quale sarebbe stato il ruolo di Izzo? Avrebbe fatto da «facilitatore», contattando l'oggi ex calciatore Luca Pini e Francesco Millesi (oggi centrocampista dell'Acireale), finiti anch'essi ai domiciliari con l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica. Mentre Maurizio Peccarisi, difensore dell'Avellino, è indagato a piede libero per un'ipotesi di frode sportiva. Triangolazioni che sarebbero servite a truccare due partite, per le quali si ipotizza il reato di frode sportiva: la prima è Modena-Avellino del 17 marzo 2014; la seconda è Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. Altri tentativi di combine sono invece saltati subito dopo l'arresto di Umberto Accurso e la sua decisione di collaborare con la giustizia, mentre agli atti restano pesanti sospetti su Avellino-Trapani e Padova-Avellino, che il 30 maggio 2014 finì 2-1. Decine le intercettazioni telefoniche e gli sms raccolti.
Nipote diretto del boss della Vannella Grassi Salvatore Petriccione, cugino dei fratelli Accurso (ma anche dei Magnetti, altri esponenti di vertice della «Vannella»), Izzo avrebbe mantenuto un rapporto stretto con Secondigliano. Avrebbe risposto a telefonate, messaggi, fino a ricevere in casa il cugino boss. L'azzurro (assieme agli altri indagati) si dice convinto di riuscire a dimostrare la propria estraneità.
I calcoli della Dda: gli Accurso avrebbero promesso 200mila euro e poi consegnato 30mila euro a Millesi, attraverso l'intermediazione di Pini. Millesi avrebbe poi utilizzato tale somma per corrompere altri giocatori; in particolare, avrebbe «influito» su Peccarisi per favorire la rete del Modena contro l'Avellino. Sul match gli Accurso avrebbero scommesso 400mila euro, guadagnandone 60mila. Per quanto riguarda invece Avellino-Reggina, Antonio Accurso avrebbe offerto 50mila euro, consegnati sempre attraverso Pini a Millesi che li avrebbe utilizzati per corrompere giocatori della Reggina «non identificati» e favorire la vittoria degli irpini: su tale risultato Accurso aveva infatti scommesso 400mila euro, guadagnandone 110mila. Ora anche la Federcalcio ha aperto un'inchiesta.
Nella stessa operazione sono finiti in cella ieri anche Ciro Barone, Diego Colurcio, Umberto De Vitale, Salvatore Frasca, Alessandro Fratello, Joanderson Monaco, Daniele Granata, per fatti però legati alla droga.
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