«Incarico nascosto all'Asl», la grillina rischia l'inchiesta

Sabato 18 Giugno 2016
ROMA - Veleni e polemiche. Si chiude così la campagna elettorale a Roma con uno scontro totale Pd-M5S. A infiammare le ultime ore pre-elettorali un incarico conferito dalla Asl di Civitavecchia, città governata dai 5 stelle, a Virginia Raggi per recupero crediti. Incarico che, secondo il Pd, l'avvocatessa candidata pentastellata ha omesso di dichiarare una volta divenuta consigliera, di fatto incorrendo in «una falsa dichiarazione» e meritando, a detta di Alfonso Sabella, già magistrato, assessore di Ignazio Marino e ora capo di gabinetto in pectore di Roberto Giachetti, «un avviso di garanzia».
La candidata avrebbe violato, quindi, la norma che regola gli obblighi di “pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”. Ha dichiarato di non avere incarichi con oneri a carico della finanza pubblica: rischia un'indagine della procura per falso e un'inchiesta da parte dell'Anac, l'autorità Anticorruzione di Raffaele Cantone, che potrebbe entrare in gioco in tempi stretti.
È un articolo di giornale a dare il via alla querelle e svelare quella che per il Pd è «un'omissione» che viene respinta al mittente dall'avvocato di Raggi, Pietro Morricone: «Ha dichiarato tutto, è tutto in regola, in applicazione del decreto trasparenza» e, replicando alle bordate del Pd, chiarisce: la legge Severino non c'entra, e quindi non si possono neanche ipotizzare eventuali reati o ineleggibilità. Raggi, sul trenino Roma-Lido, diretta ad Ostia da «normale cittadina» per il suo comizio finale dice: «è l'ultima goccia di fango, tra 48 ore avremo la possibilità di voltare pagina». Però c'è chi nel Pd come Ernesto Carbone azzarda che questa «amnesia» potrebbe costare alla Raggi l'eleggibilità. «Potrebbe finire indagata per falsa dichiarazione? C'è una violazione della legge Severino? E se fosse dichiarata ineleggibile, in caso di sua eventuale vittoria, ci troveremmo di fronte ad un Comune di Roma senza sindaco a poche settimane dal voto?», si chiede Carbone.
Il Pd è tutto mobilitato sull'affaire Raggi-Asl. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, chiede «una relazione sulle ragioni che hanno portato ad affidare l'incarico alla Raggi». Il commissario del Pd romano, Matteo Orfini si spinge oltre: «Se è tutto vero, quella della Raggi non è una dimenticanza, è un reato». E Giachetti non è da meno: «Quando andavamo nei confronti ci guardavano quasi con schifo. Ma a chi vi ha votato adesso dovete spiegare che siete uguali a tutti gli altri».
Intanto si snocciolano comizi e nomi. Giachetti, con un colpo a sorpresa, completa la sua squadra piazzando Flavia Perina, outsider di destra, alla comunicazione. Raggi presenta 4 nomi della sua Giunta: oltre a Paolo Berdini all'urbanistica e Andrea Lo Cicero, alla qualità della vita, accessibilità e sport, nomi già fatti, le novità sono Paola Muraro alla sostenibilità, laureata in scienze agrarie e alla crescita culturale, Luca Bergamo, già segretario di Culture Action Europe e inventore di Enzimi.

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