In montagna sicuri o si paga

Sabato 23 Settembre 2017
In montagna sicuri o si paga
IL BILANCIO
Morti in aumento, ma interventi di soccorso in calo. In compenso, conti salati per chi ha richiesto l'intervento del Suem e del Soccorso Alpino pur essendo illeso. L'estate di escursioni sulle Dolomiti bellunesi si chiude con un bilancio a più interpretazioni ma una certezza: sono ancora troppo pochi gli escursionisti che hanno in tasca un'assicurazione. Così anche per il 2016 le fatture che l'Usl 1 Dolomiti invierà alle case delle persone soccorse nel periodo compreso tra giugno e agosto, sono a tre cifre: 170.681 euro è il tesoretto che da qui ai prossimi mesi dovrà rientrare nelle casse dell'azienda sanitaria per le spese di elisoccorso sostenute per aiutare 44 escursionisti risultati illesi. Nel 2016 il conto ammontava a 220.054 a fronte, però, di 109 escursionisti recuperati. Quest'estate, è evidente, l'elicottero si è sobbarcato viaggi più lunghi, con maggiori ore di volo, per andare in aiuto ai 44 in difficoltà. I cittadini potranno richiedere il pagamento a rate, ma concederlo sarà discrezione dell'azienda sanitaria. «Oggi come oggi commenta Giovanni Cipollotti, direttore del Suem 118 la possibilità di essere informati è diversa da un tempo. Possiamo sapere con buona certezza la situazione meteo del giorno seguente, possiamo informarci se in vetta ha nevicato e quali sono le temperature e attrezzarci di conseguenza. Eppure continuiamo a recuperare persone bloccate nella neve e nel ghiaccio, è accaduto anche pochi giorni fa sulla Schiara. Questo oggi non è più giustificabile, si tratta di irresponsabilità». «Il meteo ha messo in difficoltà le persone spiega Alex Barattin delegato del Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi -, perché è cambiato repentinamente. La gente si è trovata in cima alle montagne con la neve e non era pronta, in tanti hanno perso l'orientamento». Gli interventi di soccorso tra giugno e agosto sono stati 7022 a fronte di 16251 chiamate, nel 2016 erano stati 6905 e 16684 le richieste di aiuto. Insomma ora si chiama di meno, ma quando lo si fa non è sempre per un bisogno grave. I codici bianchi sono stati infatti 2825 contro i 2691 del 2016 quando i codici rossi erano stati 607 contro i 603 di quest'estate. Il dato che salta all'occhio, però, è quel +30% di morti, 14 nel 2016 e 20 quest'anno. Un aumento non apparentemente spiegabile se non scomodando il meteo. «Si è trattato in diversi casi di malori di natura cardiaca spiega Cipollotti -, causati da uno sforzo eccessivo protratto per troppe ore sotto il sole». In quanto ai principali motivi di intervento del soccorso, la caduta resta al primo posto seguita dalla perdita di orientamento, dall'incapacità, dal malore e dal ritardo. Nella graduatoria delle attività che più hanno esposto al rischio l'escursionismo mantiene il primato. «La diminuzione degli interventi verso gli illesi è un dato importante commenta il direttore generale dell'Usl 1 Dolomiti Adriano Rasi Caldogno -, siamo positivi, la collaborazione tra 118 e Soccorso alpino continua a dare buoni risultati».
Alessia Trentin

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