In cattedrale l'ultimo saluto alla libraia Tarantola

Sabato 25 Febbraio 2017
BELLUNO - L'affetto degli amici di antica data: Giuliano, Egidio, Livio, Rosalba, Giuliana, Sergio, Patrizia. Le lacrime di chi ha lavorato con lei in libreria per tanti anni: Noris, Carmen, Michela. Il saluto ultimo di chi ne ha conosciuto cultura, ironia e, pure, cocciutaggine. Ieri in Cattedrale si è tenuto il rito funebre per Annita Tarantola, la storica libraria di Belluno, deceduta martedì a 95 anni. Una bara chiara e fiori bianchi per lei dentro un'atmosfera sobria. Perchè non c'era molto da dire per chi l'aveva conosciuta e voleva salutarla per l'ultima volta, per chi l'aveva vista ancora piena di progetti nonostante l'età. Le parole del parroco del Duomo, monsignor Attilio Zanderigo, hanno ruotato intorno ad una parola: libro. E non poteva essere altrimenti per Annita Tarantola, discendente di una famiglia che due secoli fa già vendeva libri e almanacchi nel Ducato di Parma. «I libri furono aperti, compreso quello della vita», è l'incipit con riferimento alle letture. Poi, dedicato a lei che, insieme al marito Sandro, è vissuta più di 70 anni tra gli scaffali carichi di volumi, Zanderigo ha affermato: «Annita con il suo amore particolare per i libri ha contribuito a rendere più fruibile la cultura nella nostra città». Il parroco ha ricordato, infine, che il libro della vita lo apre solo il Signore: «E in questo libro sono annotate le nostre opere». Annita lascia il fratello Ferdinando con Nardina e i nipoti Federico ed Alessandro.
Daniela De Donà

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