«Il nostro sogno? Portarlo a teatro»

Lunedì 31 Luglio 2017
«Il nostro sogno? Portarlo a teatro»
La migrazione ieri e oggi. Dal Cile a Belluno, dall'Afghanistan a Feltre, da Belluno all'America. La storia si ripete e gli SlowMachine ne hanno fatto uno spettacolo. Partecipatissimo. Buona la prima per Home, progetto di Elena Strada e Rajeev Badhan portato in scena sabato all'Hangar 11 dell'ex Caserma Piave. Ben oltre un centinaio gli spettatori, una lista d'attesa di decine di nomi e almeno una cinquantina di persone mandate indietro, perché gli spazi dell'ex struttura militare in lamiera sono limitati, le norme sono restrittive: insomma, il progetto del teatro che parte dal basso e porta sul palco richiedenti asilo e residenti ha fatto più che il tutto esaurito. Ora il sogno è portarlo fuori dalla Piave, magari al Teatro Comunale in vista della nuova stagione di Belluno Miraggi, magari all'estero. «Ci stiamo pensando spiegano Badhan, regista dell'operazione -, gli unici limiti sono l'organizzazione e i costi, portare in giro uno spettacolo del genere costa molto perché significa far muovere 11 persone». Tanti erano gli attori, i più alla prima esperienza, sul palco. Con la loro cultura, le loro lingue e le loro storie. Racconti di viaggio, di patrie lasciate e ritrovate, di viaggi scomodi e insicuri, di speranze, di padri nati in Italia e di figli all'estero. «Si è trattato di un lavoro in bilico tra teatro e documentario spiega ancora Badhan -, dove le storie di migrazioni e di viaggi sono state raccontate attraverso interviste intime e personali che diventano tasselli di una storia più generale in grado di emozionare». La ragazza cilena con i nonni siciliani arrivata in Italia, per la prima volta, per vedere la terra natia degli avi, il giovane sbarcato in Sicilia dopo un viaggio estenuante in mare e alla fine spedito a Belluno, le storie raccontate dal palco sabato sono state tante, tutte narrate nella lingua natia degli attori improvvisati, italiano, spagnolo, farsi, russo, francese e inglese. E poi l'inaugurazione dell'Hangar 11, la vecchia rimessa affidata dal Comune agli SlowMachine perché ne facciano la loro sede. Dopo un anno di lavori la serata di sabato voleva essere un po' un taglio del nastro, l'inaugurazione di uno spazio che Badhan, Strada e tutti i loro collaboratori vogliono rendere centro di iniziative culturali, laboratori e scambi.

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