Il gran pienone. Come ai vecchi tempi. Padre Pio superstar riempie la piazza e via

Domenica 7 Febbraio 2016
Il gran pienone. Come ai vecchi tempi. Padre Pio superstar riempie la piazza e via della Conciliazione. Per certi versi sembra di essere tornati indietro, quando non c'erano le misure anti terrorismo. Che invece ci sono ancora ma i devoti del santo di Pietrelcina non appaiono minimamente scoraggiati dalle file, dai rallentamenti, dai metal detector, dalle attese. Sopportano tutto, facendosi compagnia con immaginette del santo in mano, corone del rosario, fazzoletti colorati del proprio gruppo, magari per non perdersi in tutta quella confusione. Ognuno attende di venerare le sacre spoglie contenute nella teca di vetro, davanti all'altare maggiore. La folla è arrivata alla spicciolata. Non ci sono architetture teologiche sofisticate, si tratta di una devozione molto semplice. A volte sembra rasentare forme di superstizione. Forse è per questo che Papa Bergoglio chiarisce che «la preghiera non è una buona pratica per mettersi un po' di pace nel cuore; e nemmeno un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve. Se fosse così, sarebbe mossa da un sottile egoismo: io prego per star bene, come se prendessi un'aspirina. No, non è così. Io prego per ottenere questa cosa. Se così fosse sarebbe un affare. Non è così».
«Possiamo proprio dire che Padre Pio è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, l'apostolato dell'ascolto» dice Francesco, facendo riferimento all'attitudine del santo alla confessione. Si racconta che a volte Padre Pio restasse a disposizione dei fedeli anche 14 ore di fila nel confessionale. La stessa cosa faceva San Leopoldo Mandic, il frate nato in Montenegro e vissuto a Padova, l'altro emblema del giubileo, anche se in questi giorni è stato oscurato dalla celebrità internazionale di Padre Pio. Bergoglio saluta tutti, fa diversi giri sulla piazza, si ferma a parlare con la gente. Nel pomeriggio, da solo, ha voluto venerare le sacre spoglie in basilica. Il parroco di San Salvatore in Lauro, don Pietro, ha raccontato che alcune reliquie conservate nella sua chiesa - un guanto, delle gocce di sangue, le bende delle stimmate e il mantello consunto che il frate indossava negli inverni freddi a San Giovanni Rotondo - furono portate nel 2000 a Buenos Aires. Era l'anno della grande crisi economica in Argentina. La gente rovistava nei cassonetti. «Bergoglio volle quelle reliquie come segno di speranza per il popolo. Ci disse di andare nelle villas miserias in mezzo ai poveri. Mi ricordo ancora la messa nella cattedrale. C'era talmente tanta gente che non riuscivamo a starci tutti».
In piazza san Pietro non poteva mancare Isabella Ricci, una simpatica signora romana, miracolata dal frate nel 1969. Quell'anno ebbe un brutto incidente mentre saliva su un autobus a Roma. «Ero paralizzata completamente alla gamba sinistra e rischiavo la paralisi anche all'altra». Fu sua mamma a metterle, a sua insaputa, un santino di Padre Pio nel letto visto che Isabella non ha mai creduto nei miracoli, né ha mai frequentato la parrocchia, dunque non voleva sentire parlare «di quelle stupidaggini». «Quella sera mi addormentai e svegliandomi sentii un fortissimo odore di zagara. Chiamai mia mamma chiedendole cosa stesse facendo». Poi improvvisamente si accorse che la gamba paralizzata formicolava e iniziava a muoversi di nuovo. «Muovevo le dita dei piedi. Erano quattro mesi che ero bloccata a letto. Mi sono tirata su e piano piano sono scesa. Camminavo ancora. Barcollando sono andata in bagno. Mentre uscivo dal letto è spuntato fuori il santino. Naturalmente per tutti era un miracolo». E per lei? «Ho dovuto aspettare di essere chiamata da Padre Pio». E alla fine è arrivata anche la conversione.
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