I voti di Del Pizzol e di Giacomo Deon

Giovedì 21 Settembre 2017
I voti di Del Pizzol e di Giacomo Deon
Spada di Damocle sulla Confartigianato. La nuova presidente vacilla: la votazione che ha portato Claudia Scarzanella alla guida degli artigiani bellunesi avrebbe avuto alcune irregolarità.
Così dicono i sostenitori di Cristiano Gaggion, l'altro candidato alla presidenza. Non solo dicono, ma denunciano. Con tanto di ricorso al collegio dei probiviri. E tanto basta per scatenare un vero e proprio terremoto sull'ente di Piazzale Resistenza, già costretto a fare i conti con l'emorragia di aziende associate che ha caratterizzato gli ultimi anni. «Non vogliamo innescare polemiche o creare dissapori - spiegano Gaggion e sostenitori -, ma essere certi che le operazioni si siano svolte regolarmente, seguendo noi per primi le regole dello Statuto e pretendendo che le seguano anche gli altri».
Per districare la matassa di Confartigianato Belluno, bisogna riavvolgere il film degli ultimi mesi. E andare al 7 luglio, data del consiglio per l'elezione del nuovo presidente degli artigiani, in sostituzione del dimissionario Giacomo Deon. Quel giorno, ci sono due schieramenti a contrapporsi: da una parte Claudia Scarzanella, dall'altra la lista di Cristiano Gaggion. I componenti del consiglio, quindi i grandi elettori sono 14, ma i voti totali sono 15. Il motivo? Per un caso singolare, Ivana Del Pizzol ricopre contemporaneamente la carica di presidente di mestiere (acconciatore e parrucchiere) e quella di presidente Donne Impresa. Quindi ha due voti. «Al momento del consiglio però ci viene detto che non c'è possibilità di discussione e Del Pizzol viene fatta votare una sola volta» spiegano Cristiano Gaggion e Paolo Munarin, ricorrenti insieme a Del Pizzol. Che sollevano qualche dubbio anche sul voto del presidente uscente, Giacomo Deon (che ha dato il suo voto a Scarzanella). L'esito della votazione finale dice 8 Scarzanella, 6 Gaggion. Ma con almeno un voto ballerino.
«Per questo abbiamo presentato ricorso al collegio dei probiviri - sottolineano i ricorrenti -. Ma anche qui c'è qualcosa che non va. Perché abbiamo scoperto che dopo aver presentato ricorso mancavano i due componenti supplenti del collegio, mentre dei tre titolari uno non era presente. E non poteva neanche essere probiviro, visto che è stato eletto presidente del suo mestiere». Quindi? Il terremoto è dietro l'angolo.

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