I pm oggi chiamano Guidi e Boschi Pronta la loro difesa

Lunedì 4 Aprile 2016
I pm oggi chiamano Guidi e Boschi Pronta la loro difesa
E' una settimana decisiva quella che si apre oggi, per la procura di Potenza. Partono infatti questa mattina gli interrogatori di garanzia della procura agli indagati del primo filone di indagine sul petrolio, quello che ora ipotizza il disastro ambientale a carico dell'Eni. Sempre oggi, il procuratore Luigi Gay, l'aggiunto Francesco Basentini e la pm Laura Triassi concorderanno con le segreterie del ministro Maria Elena Boschi e dell'ex titolare dello Sviluppo economico Federica Guidi la data in cui ascoltarle. Sebbene il premier Renzi abbia detto ieri, alla trasmissione In mezz'ora che l'emendamento che trasforma gli oleodotti privati in opere di interesse strategico, quindi analoghe ai siti miliari, è opera dei suoi uffici, non è chiaro se la procura di Potenza sia intenzionata ad ascoltarlo. Finora, l'audizione non era mai stata ipotizzata, si spiega negli ambienti giudiziari potentini, lasciando almeno ipoteticamente aperta la strada all'ipotesi che l'appuntamento possa essere preso in futuro.
Quella che si apre sarà anche una settimana di analisi e studio per il terzo filone di indagini aperto, oltre a quello su Eni e a quello sullo stabilimento Total di Tempa Rossa, quello dedicato all'interessamento dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi in favore del compagno dell'ex ministro Guidi, Gianluca Gemelli, che avrebbe portato a facilitare il Programma navale di revisione dell'intera flotta. Nei giorni scorsi, gli uomini della squadra mobile di Potenza hanno acquisito atti non solo presso l'Autorità portuale di Augusta, ma anche presso la base militare presente nel porto. E proprio tra i vertici che gestiscono attualmente l'area ci sarebbero state le ultime iscrizioni al registro degli indagati.
Nella memoria che il ministro per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi preparerà per la procura di Potenza sarà ricostruito l'intero iter dell'emendamento favorevole a Tempa Rossa. E dalla consegna di questi documenti potrebbero partire ulteriori verifiche. L'emendamento, infatti, come lo stesso Renzi ha accennato ieri a Rai 3, è stato concepito dal suo stesso ufficio legislativo, sotto il controllo della responsabile Antonella Manzione. La classificazione degli impianti per idrocarburi in «opere strategiche», operata dall'emendamento, consente di superare le contrarietà delle amministrazioni locali (nel caso di Tempa Rossa quella della Regione Puglia che non voleva far giungere l'oleodotto a Taranto). Come raccontano le cronache della votazione sulla prima stesura del testo elaborato per la Sblocca Italia, e come i parlamentari M5s ripetono da giorni, la notte del 17 ottobre l'emendamento che arriva in commissione Ambiente è firmato dalla sottosegretaria del Ministero dell'economia Simona Vicari. E quando la commissione lo dichiara inammissibile, è il sottosegretario Claudio De Vincenti, poi transitato alla presidenza del Consiglio, a precipitarsi a Montecitorio per discutere col presidente Ermete Realacci.
Altro punto che la memoria e l'audizione della Boschi dovranno chiarire è quel che accadde dopo. Come lo stesso ministro ha ammesso, in vista dell'inserimento del testo nella legge di Stabilità 2014, col suo dicastero si fece sentire l'ambasciata inglese, interessata alla quota Shell dell'affare, e arrivarono richieste insistenti dai lobbisti di tutte le compagnie interessate. Solo dopo alcuni fallimenti, come dice al telefono il rappresentante di Total Italia Cobianchi, l'azienda avrebbe tentato la strada “gemellica”.
Potrebbe essere ascoltato presto anche l'ammiraglio e comandante generale della Marina Militare Giuseppe De Giorgi, indagato per abuso d'ufficio, traffico d'influenze e abuso d'ufficio e prossimo alla pensione. Assieme a lui rispondono degli stessi reati anche Gianluca Gemelli, il consulente del Ministero dello Sviluppo economico con una carriera tra Difesa e Ministero dell'Economia Valter Pastena e Nicola Colicchi, ex capo della Compagnia delle opere del Lazio e membro della Camera di commercio che sembrano muoversi come una vera cricca capace di favorire chi si rivolge a loro in cerca di aiuto. E basta rivedere l'iter del Programma navale caldeggiato da De Giorgi, per accorgersi di un cambiamento decisivo che avvenne nell'autunno 2014, all'epoca della stesura del Decreto di ripartizione dei fondi da parte sul progetto da parte proprio del ministero dello Sviluppo economico sul quale avevano diretta influenza sia Gemelli, sia il consulente Valter Pastena, uomo molto legato al capo di gabinetto del Mise Vito Cozzoli. Se la prima stesura del progetto ipotizzava l'acquisto delle nuove navi per la Marina militare con tre mutui da pagare in vent'anni, il decreto di ripartizione dei fondi, all'articolo 7, inserisce un'opzione importante: la possibilità di pagare le navi non con un finanziamento bancario, ma secondo procedure di spesa ordinarie, di cassa, anno per anno. Invece di tornare al Mef e quindi nel bilancio dello stato, però, i soldi per pagare gli interessi dei mutui restano nel Programma navale consentendo così l'acquisto di “ulteriori” quattro pattugliatori “polivalenti d'altura”, in realtà già ordinati e scelti da anni, oltre ai sei del piano pagato con i mutui (a questi vanno sommati altre quattro navi). Nel facilitare un testo così concepito- di per se non illegale come non è illegale il testo “pro-Total” del primo filone d'inchiesta- e al quale sarebbero state interessate anche le aziende incaricate della realizzazione, Gianluca Gemelli chiede a De Giorgi un favore importante: un aiuto per far entrare le aziende da lui indicate nella dismissione di banchine e magazzini presenti nell'area del porto di Augusta di proprietà della Marina militare.
L'area militare è stata col tempo molto ridimensionata, mentre l'Autorità portuale ha ampliato le sue competenze su tutta la Sicilia orientale. Per ottenere spazio nelle aree dismesse dai militari, alcune aziende siciliane si sarebbero rivolte proprio a Gianluca Gemelli, appena nominato commissario di Confindustria Siracusa e quindi deciso a far pesare il suo ruolo.
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