I ghanesi e senegalesi si facevano sostituire all'esame di guida da un amico gemello. Indiani e pakistani erano specializzati nell'usare minuscoli ricetrasmettitori per ottenere le risposte da esperti del codice della strada loro connazionali. Puntavano direttamente sulla falsificazione della patente polacchi, rumeni, albanesi. È quanto ha scoperto la Polizia Stradale di Verona in mesi di indagini (in molti casi durante i controlli antialcol) avvenute con la collaborazione della Motorizzazione civile scaligera e sfociate, ieri, in due arresti ed oltre trenta denunce per reati che vanno dalla falsificazione di documenti alla truffa È il bilancio di una serie di interventi e controlli sulle strade del Veronese, ma anche di attività investigativa con l'incrocio di dati informatici, attuati della Polizia Stradale di Verona in collaborazione con l'Ufficio della Motorizzazione scaligera. L'obiettivo dell'operazione era contrastare il fenomeno, sempre più dilagante, delle patenti ottenute in modo fraudolento. Dalla sostituzione di persona all'aiuto a distanza attraverso sofisticati e quasi invisibili strumenti elettronici, per finire con la più classica falsificazione di patenti straniere con le quali chiedere la conversione ed ottenerne una italiana. È l'ampio campionario di casi scoperto dalla Polizia Stradale «grazie ad una rinnovata e raffinata forma di collaborazione con la Motorizzazione Civile», come ha tenuto a sottolineare il Comandante della Stradale, Girolamo Lacquaniti. Il fenomeno vede interessati cittadini stranieri con alcune nazionalità specializzate in determinate vere e proprie falsificazioni di patenti. Ghanesi e senegalesi sono i 2 arrestati e 6 denunciati per aver tentato di sostituirsi a chi doveva effettivamente sostenere l'esame, nell'ambito dell'operazione denominata gemelli diversi. Di origine indiana o pakistana sono invece gli otto denunciati per aver tentato di superare l'esame utilizzando minuscoli ricetrasmettitori per ottenere le risposte esatte da espertidel codice della strada nascosti a distanza. Dall'est Europa, invece, provengono i 18 indagati nell'ambito dell'operazione easy conversion, specializzati nel produrre documenti di guida abilmente contraffatti e con i quali ottenere la conversione di una autentica patente italiana.
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