BELLUNO - (a.tr.) No ai censimenti venatori fatti dai cacciatori, no alla proposta di legge 138 sul nomadismo venatorio in Veneto. Gli animalisti bellunesi annunciano battaglia. Dopo il presidio di ieri mattina davanti alla sede della provincia in piazza Duomo, gli attivisti del gruppo AnimeAnimali promettono di non fermarsi. «Con questa legge, se dovesse estendersi anche alla nostra provincia, andiamo incontro ad un olocausto - commenta Sabrina Cangini, animalista -, non riusciamo a capire come ciò sia permesso e come nessuno abbia ancora detto nulla». Il piano d'azione, per ora, prevede un tam tam verso la popolazione. Informare, informare, informare per sensibilizzare i bellunesi e renderli consapevoli di ciò a cui si sta andando incontro. «Organizzeremo altri presidi sul territorio - promette -, in cui distribuiremo volantini ai passanti. Abbiamo tutte le intenzioni di non mollare, su questa questione». Gli attivisti puntano il dito contro una proposta di legge approvata lo scorso 16 giugno dal consiglio regionale del Veneto e, in particolare, contro gli articoli 57 e 58 a firma del consigliere Berlato sulla figura del cacciatore nomade dei migratori, specie protette comprese. «Al momento Belluno, essendo zona faunistica delle Alpi, ne è esclusa - prosegue la donna -, ma sappiamo che l'intenzione è quella di estendere la novità a tutte le province. In questo modo i cacciatori saranno liberi di muoversi dove vogliono, verranno aperte le porte al bracconaggio e verremo sanzionati dall'Unione Euopea per questo. Non dobbiamo essere gli unici a opporsi a tutto questo, ci auspichiamo lo facciano anche altri gruppi e gli stessi amministratori».
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