Gli animalisti ai pastori «Aiuti contro i lupi? La tutela spetta a voi»

Martedì 19 Settembre 2017
BELLUNO - (a.tr.) Animalisti contro pastori, i primi alzano la bandiera della pace. Si stemperano i toni della discussione che da giorni coinvolge i pastori, in particolar modo quello di stanza in Nevegal, e l'attivista Cristiano Fant. «Io non ce l'ho con la categoria ci tiene a precisare Fant -, sono disposto a dare una mano e qualche consiglio, l'importante è il rispetto degli animali». Il battibecco si era infiammato quando l'animalista aveva messo in dubbio le parole dei pastori che denunciavano la razzia dei lupi e la paura continua di attacchi alle pecore e alle capre anche in pieno giorno, contro cui i recinti a poco servivano. Fant aveva affondato il colpo sostenendo che più che di lupi si trattasse di cani e i pastori, punti sull'orgoglio di una conoscenza secolare dell'ambiente e della sua fauna, avevano risposto a tono. Oggi, a stagione pressoché terminata, si fa la conta dei capi caduti sul campo sotto l'attacco del predatore, ma si cerca anche di deporre le armi. «Io mi arrabbio quando qualcuno ritiene di dover essere aiutato nello svolgimento del proprio lavoro - interviene Fant chiarendo -, come fanno i pastori sostenendo sia la Regione a dover pensare ai mezzi per difendere il bestiame dagli attacchi. Io se si rompe il furgone che uso per lavoro lo porto ad aggiustare, non chiamo la politica». Secondo gli uomini impegnati a far pascolare mucche, pecore e capre i recinti dati in dotazione da Venezia servono a poco e i cani da guardiania sarebbero pericolosi per l'uomo. «Esistono recinzioni più funzionali e vanno elettrificate, naturalmente - aggiunge Fant, in risposta e i cani da gregge se educati bene non creano problemi all'uomo. È compito del pastore tutelare i propri animali. Io sono a disposizione per una chiacchierata e, magari, per creare contatti con i pastori dell'Abruzzo dove da anni si convive con questo predatore. Non vorrei mai si arrivasse a farsi giustizia da soli, il lupo ha tutto il diritto di riprendersi un territorio che è stato suo».

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