Giallo in Zimbabwe padre e figlio italiani uccisi a fucilate

Martedì 15 Marzo 2016
Giallo in Zimbabwe padre e figlio italiani uccisi a fucilate
Dall'ombra del tardo pomeriggio africano è spuntata la canna di un fucile. Una raffica di colpi, le urla, il sangue: padre e figlio sono morti così, l'altro ieri, nella "loro Africa", lo Zimbabwe del fiume Zambesi e dei parchi naturali protetti dalla piaga del bracconaggio.
Riversi sui sedili impolverati della Land Rover su cui si trovavano proprio per controllare e fermare i cacciatori fuorilegge di avorio e fiere protette, i corpi di Claudio Chiarelli, 65 anni, nato in Libia, famiglia di origine romana, sposato con la padovana Giuliana Sartori, 60 anni, e del figlio Massimiliano, 28 anni. Un salto disperato dall'abitacolo del fuoristrada, il viso schiacciato sul terriccio rosso, ha salvato invece la vita ad un terzo italiano, sfiorato dai proiettili: Francesco Marconati, 56 anni, veterinario di Padova.
Chi abbia ucciso Claudio e Massimiliano Chiarelli non è ancora chiaro. Ieri Roberto Franceschini, funzionario dell'ambasciata italiana ad Harare, la capitale - dove è rimasta, sola, Giuliana Sartori - non escludeva che i due italiani fossero stati uccisi dai bracconieri, ma neppure che la loro morte fosse stata causata da un «tragico incidente»: i colpi mortali potrebbero essere partiti dall'arma di una guardia della riserve nazionali, che avrebbe scambiato - complice la semi oscurità che già nel pomeriggio avvolge l'Africa australe - i Chiarelli per bracconieri. Claudio Chiarelli - da trent'anni guida professionista sugli sterrati africani per safari "selettivi" in cui si possono uccidere, in accordo con il governo locale, solo determinati numeri di animali, vecchi o malati - era stato chiamato in qualità di conoscitore del territorio, con il figlio, nato in Africa, per dare assistenza in un'operazione organizzata dai parchi nazionali dello Zimbabwe, con la funzione di supporto logistico anti bracconaggio. La tragedia si è consumata nella riserva "Mana Pools", lungo il corso dello Zambesi, ai confini con lo Zambia. È proprio dal grande fiume che i cacciatori illegali di zanne, a bordo di canoe, raggiungono la riserva e fanno scempio di animali.
I Chiarelli, con il padovano Marconati, veterinario trasferitosi in Africa nel 2000, quando ha iniziato a lavorare nei safari fianco a fianco con Claudio e Massimiliano, stando alle prime ricostruzioni si sono ritrovati nel mirino di una persona non meglio identificata. I corpi senza vita di padre e figlio sono poi stati trasportati ad Harare dalle stesse guardie della riserva. Ora le autorità locali cercheranno di stabilire se siano stati uccisi per errore da una guardia della riserva, o se invece siano stati vittime di un bracconiere. Alle due di ieri pomeriggio è partito alla volta dello Zimbabwe Luca Sartori, architetto padovano fratello di Giuliana Sartori: un biglietto senza data di ritorno, perchè le indagini potrebbero andare per le lunghe, così come le pratiche burocratiche per il rientro in Italia dei corpi di Claudio e Massimiliano Chiarelli. Sempre che la moglie non decida di dar loro sepoltura nel continente in cui hanno trovato la morte, ma di cui tutta la famiglia si era perdutamente innamorata.
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