Gay discriminata, condannata scuola cattolica

Venerdì 24 Giugno 2016
TRENTO -L'istituto paritario Sacro Cuore di Trento è stato condannato per avere discriminato una docente per il proprio orientamento sessuale. Il giudice del lavoro del Tribunale di Rovereto lo ha accertato per i fatti a partire dal 16 luglio 2014, quando durante un colloquio con la madre superiora, preside della scuola, «le era stato chiesto di smentire voci per le quali avrebbe intrattenuto una convivenza sentimentale con altra donna». L'insegnate si era rifiutata di accettare l'ingerenza e l'allora responsabile dell'istituto le consigliò di «risolvere il problema». La professoressa, con contratti a termine, rispose con indignazione e non venne riassunta, «perdendo il diritto a ottenere la conversione del proprio contratto in un rapporto a tempo indeterminato» sottolinea l'avvocato che ha seguito il caso, Alexander Schuster. L'Istituto Sacro Cuore è stato così condannato a risarcire 25mila euro alla docente per danni patrimoniali e non patrimoniali e 1.500 euro a ciascuna delle organizzazioni ricorrenti, Cgil del Trentino e Associazione radicale "Certi diritti".
«Una sentenza importante, una parola definitiva su una storia che deve riaprire un dibattito politico» secondo Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. «Il diritto alla libertà di religione non significa diritto a discriminare» afferma inoltre il segretario dell'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar), Stefano Incani. Interviene anche Fabrizio Bocchino, senatore di Sinistra Italiana-Altra Europa con Tsipras, che parla di «sentenza storica, la prima in Italia, che dice con forza che una scuola, anche privata, anche confessionale, tanto più se finanziata con soldi pubblici, non può discriminare gli/le insegnanti sulla base dell'orientamento sessuale: un segno di civiltà mentre è ancora fresca la memoria dell'eccidio di Orlando».Una sentenza storica anche secondo il legale della docente, «primo caso di condanna mai pronunciata per discriminazione individuale per orientamento sessuale e la seconda per discriminazione collettiva. Si tratta altresì - sottolinea - della prima sentenza che condanna per discriminazione un'organizzazione di tendenza dopo l'entrata in vigore della normativa antidiscriminatoria del 2003».

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