Gara del metano: al Tar vince Italgas

Martedì 12 Ottobre 2021
Gara del metano: al Tar vince Italgas
IN TRIBUNALE
BELLUNO Nuova tappa nella gara del gas di Belluno. A piantare la nuova pietra miliare dell'intricata vicenda, lunga chilometri di carta timbrata dai tribunali, ancora una volta non sono le decisioni della politica locale ma la giustizia. Il tribunale amministrativo regionale del Veneto è infatti entrato nel merito della gara e dei criteri esprimendosi su come sono andate le cose e dando ragione alla prima classificata: Italgas. La seconda AP Reti Gas (del gruppo Ascopiave) aveva sollevato diversi profili, tra questi anche la «mancata considerazione di carenze ed elementi di contraddittorietà che denotano l'insostenibilità del piano industriale». Ieri la pubblicazione della sentenza contestuale alla decisione dell'udienza del 16 giugno 2021.
LA SENTENZA
La seconda classificata ha sollevato tutta una serie di dubbi sulla gara su cui il tribunale è intervenuto con 60 pagine di sentenza. AP reti sosteneva che lo sconto di circa 28 milioni di euro offerto da Italgas, pari al 100% della differenza tra Valore Industriale Residuo (Vir) e Rab (Regulatory Asset Base) era «eccessivo, pari a circa un terzo del valore dell'intero affidamento stimabile in 90 milioni». Il tribunale, calcolatrice alla mano ha però ricostruito che Italgas ha messo in conto di rientrare dell'investimento nei dodici anni della concessione. Lo sconto quindi «non corrisponde ad un terzo dei ricavi, ma a circa al 16,92% degli stessi». Niente di strano, dunque, secondo i giudici amministrativi che scrivono: «Non risulta sintomatico di un'offerta di per sé sicuramente anomala». Insomma l'affidamento ad Italgas, con la firma del contratto di servizio, arrivati a questo punto, sembra essere solo una questione di tempo.
IL BRACCIO DI FERRO
«Siamo pronti con investimenti per 135milioni di euro, non appena l'aggiudicazione diventerà ufficiale. Già a partire dalla fine dell'anno in corso o dall'inizio del 2021». Assicurava nell'estate del 2020 l'ingegner Paolo Gallo, numero uno di Italgas. La gara del gas di Belluno è partita nel 2017 ma era subito finita ai box per un ricorso. Alla vigilia dell'apertura delle buste erano stati invece i sindaci del bacino a chiedere la sospensione sottolineando una discrepanza tra il valore della gara e il presunto valore delle reti. Un differenziale di quindici milioni di euro. Dopo l'apertura delle offerte i sindaci hanno ritirato la delega alla stazione appaltante. A quel punto è partito il valzer di carte bollate che ha moltiplicato i tribunali che si occupano della gara del gas ma che sembrano tutti andare nella stessa direzione. Del resto erano stati gli stessi sindaci a chiedere che fossero i magistrati ad esprimersi. «Finalmente a decidere ci sarà un giudice così usciamo dalle pastoie». Spiegava a gennaio del 2020 Bortolo Sala, sindaco di Borca di Cadore e presidente del Comitato di coordinamento dei soci di Bim Belluno Infrastrutture. Ma adesso su questo capitolo ha puntato gli occhi anche la procura.
COSA SUCCEDE ADESSO
Sulla gara del gas di Belluno il prossimo passo è la decisione del Consiglio di stato in merito all'appello presentato dai Comuni che avevano chiesto alla stazione appaltante di sospendere la gara. Una richiesta arrivata sulla scia di una serie di pressioni sulla stazione appaltante, secondo la procura di Belluno che ha aperto un'indagine che vede attualmente iscritti nel registro degli indagati il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin, e due amministratori di Bim Infrastrutture, Bruno Zanolla (sindaco di Quero Vas) e Giovanni Piccoli. Secondo l'ipotesi della procura di Belluno ci sarebbe stato un tentativo di turbativa della gara, facendo anche pressione su alcuni dirigenti ministeriali. La procura ha già chiuso le indagini dopo che i tre hanno depositato le memorie difensive ma non ha ancora chiesto, ammesso ritenga di farlo, il rinvio a giudizio degli amministratori.
Andrea Zambenedetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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