Furbetti? Sotto il naso del dirigente

Martedì 26 Luglio 2016 di Le irregolarità dei forestali sarebbero avvenute di fronte a Zanchetta finito nei guai per omessa denuncia
Uscivano, andavano al bistrò Bembo, ma non timbravano. Il tutto sotto gli occhi dirigente che era con loro. È così che è finito nei guai Pierantonio Zanchetta, 62 anni, già dirigente del Servizio Forestale Regionale di Belluno di via Caffi, ora spostato in Regione a Venezia. Zanchetta è stato iscritto nel registro degli indagati solo per l'ipotesi di omessa denuncia, nell'ambito dell'inchiesta sui furbetti del cartellino che si nascondevano tra i dipendenti regionali del Servizio Forestale di Belluno con sede in via Caffi, 33. Tra i furbetti quindi non c'era il dirigente bellunese. Zanchetta timbrava ogni volta, al contrario dei suoi sottoposti. Loro invece non si facevano scrupoli a non timbrare anche di fronte al superiore con cui uscivano per andare al bar.
Anche questo è documentato dalle immagini raccolte dai carabinieri nei della Compagnia di Belluno che hanno registrato le entrate e le uscite dei dipendenti della sede di via Caffi. Tre mesi di appostamenti, filmati, controlli che non lascerebbero dubbi sugli assenteisti regionali: tra questi anche un ex assessore comunale della Valbelluna. Si sarebbero allontanati indebitamente dall'ufficio, omettendo di timbrare attestando falsamente la loro presenza in servizio. E le immagini non lascerebbero dubbi sull'assenteismo di gran parte dei lavoratori del "bacino idrografico Piave-Livenza della sezione di Belluno" con sede in via Caffi.
L'inchiesta aperta con l'ipotesi di false attestazioni sulle presenze in servizio, coordinata dal procuratore Francesco Saverio Pavone è alle battute finali. Nel mirino della Procura erano finiti 19 lavoratori sul totale di 35: più del 50%. Per 7 però la vicenda si chiuderà con una sanzione amministrativa, visto che le assenze sarebbero inferiori all'ora totale. Ben più grave invece la posizione dei 12 indagati per l'ipotesi di false attestazioni sulle presenze in servizio. La Procura sta valutando anche l'eventuale ipotesi di truffa per alcuni che si sarebbero assentati anche per più di 40 ore totali. Per ora tutti, chiamati in Procura per rendere interrogatorio, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Altri saranno chiamati il 5 agosto prossimo. Nelle scorse settimane c'è stata la corsa all'avvocato per i 12 indagati: chi si è affidato a Maurzio Paniz, altri a Antonio Prade, altri ancora a Luciano Licini. Zanchetta si è affidato allo studio Frate, con l'avvocato Silvia Dolif.

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