«Esplosivo sui corpi» Ma il Cairo smentisce

Mercoledì 25 Maggio 2016
«Esplosivo sui corpi» Ma il Cairo smentisce
IL CAIRO - Pur smentite da autorità del Cairo, fonti anonime vicine all'inchiesta sul disastro aereo Egyptair della settimana scorsa hanno rilanciato l'ipotesi terrorismo sostenendo che i resti umani dilaniati rinvenuti in mare fanno pensare ad «un'esplosione» a bordo dell'Airbus A320. Una fonte, indicata come un medico legale egiziano del team investigativo che ha esaminato i resti, ha rivelato che tutti gli 80 brandelli sono piccoli e tra questi «non c'è ne nemmeno uno che sia il pezzo intero di un corpo, come un braccio o una testa». La spiegazione «logica» di questa circostanza, a suo avviso, è un'esplosione a bordo del volo MS804. Altre fonti, vicine alla commissione d'inchiesta sul volo Parigi-Cairo inabissatosi giovedì senza lanciare sos, si sono spinte a sostenere che la tesi sia stata inserita anche in un rapporto stilato sui «23 sacchetti con piccoli pezzi di carne» e «tessuti» finora esaminati, che sono «più piccoli di una mano».
A ridurli così non sarebbero stati squali e altri pesci, ha sostenuto la fonte, sposando l'ipotesi dell'esplosione. Il capo del dipartimento di Medicina legale egiziana, Hisham Abdel Hamid, è dovuto ricorrere all'ufficialità di un comunicato per smentire come «destituite di ogni fondamento» le indiscrezioni attribuite alla propria struttura e le ha declassate al rango di mere «ipotesi» generatesi altrove.
Sostanziando la smentita, un portavoce del ministero della Giustizia egiziano ha rivelato che sui resti umani non è stata trovata alcuna traccia di esplosivo. Anche una fonte anonima della medicina legale citata dal sito di un quotidiano egiziano, Al Shourouk, ha avvertito che la piccolezza dei resti potrebbe essere spiegabile con l'azione di pesci o l'impatto sull'acqua dell'aereo in picchiata (va considerato però che, nonostante la smentita del Cairo, Atene è convinta che l'aereo abbia perso quota con due brusche virate prima di sparire dai radar). Secondo il quotidiano, ci sarà bisogno di «dieci giorni almeno» per completare l'esame.
Speranze di indicazioni certe sulla morte delle 66 persone morte nel disastro riposano sempre a 3.000 metri di profondità dove, circa 290 km a nord di Alessandria, dovrebbero trovarsi le scatole nere su cui ancora non si hanno notizie di precisa localizzazione. L'ufficio stampa del governo si è limitato a riferire che «una vasta squadra di investigatori» del Dipartimento di medicina legale del ministero della Salute ha prelevato campioni di dna da parenti delle vittime alloggiati o convocati in un hotel nei pressi dell'aeroporto del Cairo. E che non vi siano svolte nell'inchiesta lo ha dichiarato apertamente il presidente dell'Associazione di amicizia franco-egiziana, Philippe Folliot.
Il deputato, dopo un incontro al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, ha confermato che le relazioni fra i due Paesi non saranno danneggiate dal disastro.
La notazione è seguita a editoriali della stampa governativa egiziana che subito avevano notato un'inquietante coincidenza fra tragici eventi e alleati dell'Egitto: prima il charter turistico russo abbattuto da un ordigno a fine ottobre sui cieli del Sinai, poi la tortura a morte di Giulio Regeni, ora l'Egyptair decollato da Parigi con 15 francesi a bordo.

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