È passata meno di una settimana da quando la cesiolina Maria Rocco è stata

Lunedì 14 Agosto 2017
È passata meno di una settimana da quando la cesiolina Maria Rocco è stata scarcerata. La 23enne, insieme al feltrino Fabio Vettorel che è ancora in carcere in Germania, venne stata fermata nella manifestazione a margine del G20 il 7 luglio scorso. Maria Rocco, dopo 35 giorni, è stata liberata e mamma Giuditta esprime la sua felicità attraverso una lettera diffusa ieri. «Finalmente Maria è a casa e potrà attendere la data del processo in famiglia- scrive Giuditta Bettini -. La mattina del 10 agosto, pensando alla notte delle stelle cadenti, mi chiedevo nel giorno di quale Santo speciale sarebbe potuta tornare a casa mia figlia e proprio nella sera di San Lorenzo, bruciato su una graticola per la sua fede, è arrivata la bella notizia. Non potete immaginare la gioia di sentire la sua voce al telefono. Spero che questa gioia la possano provare al più presto la mamma ed il papà di Fabio e tutti i genitori dei ragazzi che sono ancora in carcere». «I giudici che hanno esaminato il ricorso contro la carcerazione preventiva di Maria - prosegue mamma Giuditta - probabilmente non sono gli stessi a cui è pervenuto il ricorso di altri ragazzi e questo sicuramente ha influito, assieme all'interessamento dei media, dell'opinione pubblica e delle nostre istituzioni». «La vita del carcere è dura - scrive Giuditta Bettin -, ma non è la durezza in sé che spaventa, ma la mancanza di libertà nei più piccoli gesti quotidiani, l'inutilità di tutto quel tempo trascorso senza alcuno scopo costruttivo o educativo, che porta solo a perdere fiducia e lucidità di pensiero». Tante le lettere e i pensieri inviati in carcere a Maria in quei 35 giorni. «A chi ha avuto un pensiero di solidarietà o ha pregato per loro - si legge nello scritto di Giuditta Bettini -, a chi ha scritto lettere e cartoline, balsamo nelle lunghe giornate di solitudine e alienazione dico grazie. Grazie agli amici. Agli avvocati Gerrit Onken, Paolo Serrangeli, Antonio Prade e Domenico Carponi Schittar, che con professionalità ed affetto si sono prodigati. Grazie a tutte le istituzioni. Grazie a tutte le persone di Amburgo, mai viste prima, che hanno dimostrato una solidarietà e fratellanza incredibili. Grazie a Rudy ed Idea traduttori e amici sinceri, come pure mamma Jamila. Grazie a chi ha contribuito e continua a mantenere vivo l'interesse per questo caso». «Grazie ai giornalisti, con cui mi scuso se Maria non può raccontare o fare dichiarazioni su ciò che ha vissuto ad Amburgo - conclude la mamma - Il procedimento infatti è ancora in corso e ogni parola che esce dalla sua bocca può essere ritorta contro di lei nel processo». La mamma conclude con una frase che continua a ripetere Maria: «Nessuno è veramente libero finché non saranno liberi tutti».

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