«Dario era uno spirito libero, aveva nel cuore l'avventura, non riusciva a

Martedì 14 Giugno 2016
«Dario era uno spirito libero, aveva nel cuore l'avventura, non riusciva a rimanere fermo». Così gli amici ricordano Dario Zanon, 33 anni, residente a Lobia di San Giorgio in Bosco (Padova), morto in Francia durante un volo con la sua tuta alare. Mentre praticava una disciplina in cui era diventato esperto, il sogno di librarsi nell'aria vestiti solo di una tuta speciale e di un paracadute, con le performance in rete che totalizzano milioni di visualizzazioni.
Il corpo di Zanon è stato trovato domenica mattina in Alta Savoia sul ghiacciaio di Bossons a 2000 metri d'altezza, a quattro giorni dal lancio che era avvenuto mercoledì mattina da quota 3800 metri dall'Aiguille di Midi, a Chamonix: non aveva più dato notizia di sè.
Zanon era tra i più noti appassionati della disciplina, chiamata "wingsuit", ed era molto esperto. Voli del genere durano pochi minuti: ci si lancia nel vuoto da una montagna, con la tuta che offre resistenza e quindi fa rimanere per un po' in aria. Tutto si conclude con la discesa al suolo. Invece a Dario qualcosa è andato storto. L'allarme lo ha dato la fidanzata, non vedendolo rientrare. Il soccorso alpino della gendarmeria ha rilevato il segnale emesso dal dispositivo di geolocalizzazione che indicava un atterraggio ad alta quota, non invece il segnale d'allarme del quale è dotato il dispositivo.
Un responsabile della Gendarmeria di Chamonix ha dichiarato: «Le condizioni meteorologiche non erano buone, la nebbia iniziava a salire. Dario Zanon era da solo e nessuno lo stava aspettando a valle, non ci sono testimoni dell'accaduto. Probabilmente è morto ad appena due minuti dal lancio, sicuramente volava molto vicino al suolo. Le ricerche sono scattate appena avvisati, sabato alle 20. Abbiamo organizzato le prime operazioni in elicottero, senza trovarlo. Abbiamo proseguito domenica mattina, con l'aiuto delle squadre a piedi e di altri appassionati di volo in tuta alare, ha partecipato anche il fratello».
Già oggi potrebbe essere dato il nulla osta per il rilascio del feretro. Gli uomini della Gendarmeria francese ieri hanno visionato il filmato della telecamera posta sul casco di Dario. Se non emergeranno dubbi sull'ipotesi più accreditata, l'errore umano, il caso sarà chiuso.
Da otto anni Zanon era in giro per il mondo, ma a Lobia di San Giorgio in Bosco non aveva dimenticato affatto mamma Emanuela Mengato, 52 anni, che rimasta vedova otto anni fa del marito Luciano ha cresciuto il primogenito e gli altri due figli Daniele e Damiano. Appena poteva tornava in famiglia e poi dagli amici del gruppo festeggiamenti. Proprio venerdì prossimo è previsto l'avvio dell'annuale festa della frazione e in queste ore gli organizzatori stanno valutando il da farsi.
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