PALERMO - Ore frenetiche nel Pd in Sicilia. Il duro scontro tra correnti, da Palermo a Roma, sembra non condizionare il giovane turco Fausto Raciti. Come aveva promesso, il segretario siciliano ha convocato i garanti per lunedì. Sul tavolo, la campagna di tesseramento, ora congelata, che si è conclusa a fine gennaio, ma congelata da Raciti, dopo le parole di Totò Cuffaro: «Molti miei elettori sono finiti nei Dem». Nessuno, al momento, tra i dirigenti conosce il dato aggregato dei neo iscritti. Spetta ai garanti raccogliere le anagrafi provinciali, cioè gli elenchi delle nuove adesioni e i tagliandi delle tessere e verificare se i requisiti rispondano ai principi previsti dallo statuto e dal codice etico del Pd e se abbiano effettuato i pagamenti, oltre a non avere pendenze con la giustizia. Tutto poi viene trascritto nell'anagrafe regionale. La 'partita' è molto delicata, la posta altissima. Aldilà del 'cuffarismo'. In ballo c'è l'egemonia nel Pd: da un lato i 'renziani', dall'altro le anime della sinistra dem. Non ci sono congressi in vista, ma appuntamenti elettorali sì: dunque le scelte dei candidati e la composizione delle liste, su cui gli iscritti hanno un grande peso, come prevede lo statuto. «E questo il vero scontro in atto», sussurra più di un dirigente.
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