Confindustria, passa Boccia: a favore il 67%

Giovedì 26 Maggio 2016 di L'industriale di Salerno la spunta nonostante le critiche di Treviso e le schede bianche di Padova e dell'Assolombarda
ROMA - Vincenzo Boccia è il nuovo presidente di Confindustria. Lo ha eletto l'assemblea privata di via dell'Astronomia che ha così chiuso il lungo iter: l'industriale salernitano era già stato designato dal consiglio generale per il biennio 2016-2020, lo scorso 31 marzo, con uno scarto di 9 voti (100 a 91) sul rivale bolognese Alberto Vacchi.
Al secondo e definitivo voto su di lui, il dato comunicato da Confindustria indica che Boccia è stato eletto con l'87%: è la sintesi di 914 voti a favore e 132 contrari su 1046 voti validi. Un dato che non tiene conto di 305 schede bianche (tra queste anche quella di Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova) e 16 schede non consegnate. Se si guarda quindi al totale dei voti rappresentati in assemblea, 1.369, quelli a favore di Boccia sono stati il 66,7%. Nel corso del dibattito in assemblea non sono mancati interventi con vivaci spunti critici come, a quanto trapela, nelle parole dei rappresentanti degli industriali di Padova e di Treviso, ed in quelle del past president Antonio D'Amato. E tra le schede bianche ci sono quelle di Assolombarda, la potente associazione degli industriali di Milano, Monza e Brianza che aveva sostenuto il bolognese Vacchi.
Oggi il debutto pubblico del nuovo leader degli industriali, all'assemblea annuale dove sarà presente anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. L'ex presidente Giorgio Squinzi ha lasciato il testimone a Boccia con «l'amarezza» di una missione incompiuta: la riforma del sistema contrattuale. Nei primi passi di Boccia non mancherà, poi, una messa a punto dell'approccio di Confindustria con il Governo e con la politica: un passaggio cruciale sarà la posizione che gli industriali assumeranno sul referendum costituzionale. Rinviando alla relazione di oggi ogni riflessione nel merito della linea che assumerà la nuova presidenza Boccia ha voluto comunque, nel corso dell'assemblea privata, soffermarsi proprio sul rapporto tra industriali e politica: «Mi guiderà una ferma convinzione - ha detto -: Confindustria deve restare no-partisan, e non bipartisan; deve essere equidistante dai partiti ma non dalla politica».

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