«Comprendo la paura ma non ce n'è motivo ed è impossibile sapere da dove arrivano i soldi»

Domenica 2 Aprile 2017
«Comprendo la paura ma non ce n'è motivo ed è impossibile sapere da dove arrivano i soldi»
BELLUNO - Controlli a prescindere. E nessun rischio moschea. La vice sindaco Lucia Olivotto lo ripete per l'ennesima volta: «Capisco la paura dei bellunesi, ma non ce n'è motivo». Perché la questione degli spazi dell'ex Caserma Piave concessi ad un'associazione formata da persone di fede musulmana, Insieme per il Bene Comune, va avanti da settimane e non sono mancate le occasioni per spiegare ai cittadini come stanno le cose. «Sappiamo bene chi prenderà in gestione quegli spazi spiega -, si tratta di un'associazione da anni attiva sul territorio e che collabora anche con la parrocchia di Cavarzano. Io capisco il timore di molti, ma queste cose vanno affrontate con razionalità, qui non c'è nessun pericolo». Al gruppo è stato affidato, nell'ultimo bando pubblicato dal Comune per la distribuzione degli spazi restanti nell'ex zona militare, una porzione di edificio nella parte nord ovest dell'area. Qualche stanza da rimettere a posto, dove i membri vorrebbero portare le loro attività come l'insegnamento della lingua araba e italiana, corsi di teatro e altro. Per questo l'amministrazione si dice tranquilla. «Chi davvero opera nel campo del terrorismo, a rigor di logica, non si espone prosegue Olivotto -. E poi, comunque, lì non verrà realizzato un luogo di culto». Anche se, secondo la vicesindaco, non ci sarebbe nulla di male. La libertà religiosa è sancita dalla Costituzione e Palazzo Rosso non intende di certo intralciarla. Serviranno soldi per rimettere a posto l'immobile, pare circa 136 mila euro, una cifra su cui oggi più di qualcuno si interroga. Preoccupa la provenienza dei fondi, perché l'investimento è importante e il timore è che a finanziarlo non siano i membri dell'associazione. «Sulla provenienza dei soldi non possiamo fare alcuna verifica chiarisce -, va contro la privacy. Ma il problema non è l'investimento per ristrutturare la caserma quanto l'attività di queste persone che, ripeto, sono tutte controllate e pacifiche».
Alessia Trentin

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