Cervi e caprioli sempre più ingordi: «Hanno devastato il mio frutteto» L'azienda agricola "Frutti del Sole" di San Gregorio nel mirino della fauna selvatica e si apre il dibattito: D'Incà (M5S) chiede alla Regione di istit

Giovedì 28 Luglio 2016
BELLUNO - (dt) Allarme fauna selvatica. Cinghiali, cervi e caprioli sono gli «Attila» del regno animale: flagello degli agricoltori bellunesi, perché dove passano loro non cresce più niente. I cinghiali «arano» campi e frutteti. Gli ungulati mangiano ortaggi e germogli. E tutta la fascia pedemontana della Valbelluna è interessata ai «pasti» degli animali selvatici. Ne sanno qualcosa all'azienda agricola «I Frutti del Sole» di San Gregorio delle Alpi. Che come altre aziende della zona ha dovuto dire addio a buona parte della produzione. «Ho visitato questa azienda della famiglia Pezzino che ha un frutteto e trasforma piccoli frutti: hanno avuto gravi danni da parte della fauna selvatica» spiega il deputato del Movimento 5 Stelle Federico D'Incà. Che lancia la sfida alla Regione Veneto: fondi maggiorati e più veloci per gli agricoltori che subiscono danni da fauna selvatica. «Abbiamo bisogno sia di rispettare la fauna selvatica sia di aiutare con dei fondi maggiorati e più veloci le aziende che subiscono danni - dice D'Incà -. Mi appello alla Regione Veneto e alle associazioni di categoria: si pensi ad un modello di aiuto a queste piccole imprese locali, collaborando a tutti i livelli istituzionali. Permettere la vita di giovani imprenditori nelle nostre vallate significa arginare il progressivo spopolamento che è il più grave problema del Bellunese».
L'allarme dei danni da fauna selvatica è stato lanciato anche dalla Coldiretti di Belluno, che ieri ha incontrato a Palazzo Piloni il consigliere provinciale delegato in materia di caccia e pesca, Pierluigi Svaluto Ferro. Gli agricoltori vogliono tutele. E chiedono alla Provincia di far muovere le doppiette dei cacciatori. Perché a quanto pare la proposta di legge regionale avanzata un anno fa non è sufficiente. «Il testo di matrice Coldiretti prevede la priorità al controllo della fauna selvatica nelle molte aree sensibili di montagna, la corsia preferenziale agli imprenditori agricoli professionali in caso di rimborso e per la realizzazione di opere di prevenzione - spiega Silvano Dal Paos, presidente Coldiretti Belluno -. Tutto questo non è sufficiente: è indispensabile che l'ente provinciale faccia rispettare i piani di abbattimento soprattutto per la specie del cervo e vigili sulla gestione della presenza del cinghiale come è stato fatto fino ad ora».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci