Calais, il ministero esulta: giungla sgomberata ma tra incendi e proteste a decine fanno ritorno

Giovedì 27 Ottobre 2016
PARIGI - Confusione e incertezza nella tendopoli di Calais, la cosiddetta giungla dei migranti nel nord della Francia. Al terzo giorno di sgombero segnato da incendi a ripetizione, il prefetto di zona, Fabiennne Buccio, ha annunciato l'evacuazione totale della bidonville. «Missione compiuta, la giungla è finita. Nel campo dei migranti non c'è più nessuno», ha esultato nel primo pomeriggio la responsabile del ministero dell'Interno, dopo che gli agenti della polizia avevano costretto gli ultimi rimasti ad allontanarsi dalla bidonville per mettersi al riparo e lasciare lo spazio ai vigili del fuoco.
Un ordine a cui nessuno ha opposto resistenza e che ha effettivamente contribuito a svuotare completamente il campo inducendo il prefetto a cantare vittoria, forse troppo presto.
Terminate infatti le operazioni dei vigili del fuoco, intorno alle 16.30, la responsabile del ministero dell'Interno è stata platealmente smentita dai fatti, con un gruppo di almeno 150-200 migranti già pronti a rientrare nell'accampamento. «Dopo gli incendi alcuni sono rientrati solo per recuperare i loro effetti personali ma altri intendono restare - raccontano i reporter sul posto - Non hanno nessuna intenzione di farsi trasferire nei Centri di accoglienza e orientamento (Cao). Vogliono rimanere nel campo con la speranza di raggiungere la Gran Bretagna». Inoltre, ha riferito un cronista di Bfm-Tv citando una ong locale, circa «2.000 migranti» recalcitranti si troverebbero attualmente tra il centro e l'hinterland di Calais, ma anche sulla strada per Dunkerque. Speciali pattuglie anti-squatter della Police Nationale sono già state dispiegate nella zona. Obiettivo? Intercettare i migranti in fuga e evitare mini-accampamenti selvaggi. Per Mariam Guerey, del Secours Catholique, almeno un migliaio sono ancora nei dintorni.

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