Busa de Camp: una voragine da mettere in sicurezza

Martedì 26 Luglio 2016
Sos Spelonca: «Servono barriere fisse per evitare incidenti». L'appello arriva da Nevegallika. E punta dritto sul pericolo di Busa de Camp (una zona a 1.500 metri di quota, tra Malga Toront e il Visentin). Un pericolo non certo risibile, visto che a Busa de Camp c'è una cavità naturale ben poco segnalata e ben poco protetta. Una voragine di quasi 80 metri, verticale, con un'apertura a strapiombo larga diversi metri. Un fenomeno di carsismo (come altri presenti nella zona del Visentin) che per i vecchi bellunesi è sempre stato etichettato come "la Spelonca" (o "la Sperlonga"). E che per i pastori un tempo presenti sul Colle era motivo di ansia e preoccupazione: se gli animali al pascolo si fossero avventurati nei pressi dell'imbocco (per altro piuttosto nascosto, in alcuni punti, dall'erba e dalle piante), c'era il rischio che venissero risucchiati nelle viscere della montagna. Lo stesso rischio c'è oggi per gli escursionisti, soprattutto d'inverno, quando il manto nevoso copre tutto e rende più difficile individuare la "bocca" della Spelonca.
«Sono state messe delle reti rosse, da cantiere: le ha posizionate il gestore della Malga Toront, per evitare che le sue bestie si avventurino in zona Spelonca - premettono i volontari dell'associazione Nevegallika -. Ma bisogna mettere delle barriere fisse. Soprattutto per l'inverno, perché se qualche sciatore si avventura in fuori pista o qualche escursionista fa un giro con le ciaspe, rischia di non accorgersi di cosa ha davanti e di cadere dentro la voragine».

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