ROMA - «Il Pd è il primo partito e possiamo vincere sia a Milano che a Roma», prova a galvanizzare Maria Elena Boschi, il ministro più vicino a Matteo Renzi, senza negare però che il premier-segretario certo porterà «un cambiamento nel partito», dopo lo stillicidio polemico con la minoranza dem. Da giorni il premier garantisce che il destino suo e del governo non sono legati alle amministrative, ma una sconfitta nelle grandi città porterebbe ad un momento di fibrillazione forte. Così come un successo del Pd a Milano, Roma o Torino sicuramente rinforzerebbe Renzi 'il rottamatore', mostrando che i cittadini elettori in fondo non si fidano ancora di M5s e Lega. Un nuovo pericoloso fronte di scontro con la minoranza dem si apre intanto sull'idea del premier di un tetto di due mandati per chi governa. Renzi la avalla ma alza immediatamente gli scudi Miguel Gotor, esponente di punta della minoranza dem. «Si avanza a grandi passi verso un inedito presidenzialismo del premier senza equilibri e contrappesi. Diciamo no a questa ingegneria istituzionale del premier, che accompagnerebbe la democrazia italiana verso una deriva plebiscitaria per noi inaccettabile».
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