Boeri:«Soldi a chi li ha già e non ai giovani»

Sabato 22 Ottobre 2016
CAPRI - Una legge di bilancio che «investe il grosso delle risorse sulle pensioni, quindi su chi ha smesso di lavorare, e non invece sui giovani è sbagliata». Tito Boeri, non ce l'ha fatta ad arrivare fisicamente a Capri per il tradizionale convegno dei Giovani imprenditori, ma quello che pensa della manovra lo dice lo stesso attraverso una video intervista trasmessa sui maxischermi in sala. Il presidente dell'Inps ce l'ha in particolare con il provvedimento che potenzia ed estende la quattordicesima ad un altro milione e duecentomila pensionati: avendo come requisito quello dei redditi individuali e non quello del nucleo familiare - sostiene - per buona parte «andrà a vantaggio di chi non è povero». Sarà così, assicura, per sette beneficiari su dieci. Insomma «risorse sprecate», che avrebbero potuto essere utilizzate in modo più proficuo, soprattutto per i giovani. Per il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, seduto in prima fila non deve essere stato un bel sentire. Forse non lo hanno infastidito così tanto nemmeno le critiche - un po' perché su altri fronti (troppi soldi alle imprese) un po' perché già note- pronunciate poco prima dal leader della Cgil, Susanna Camusso. La replica di Poletti è immediata: «Boeri sbaglia. Accanto agli investimenti per la crescita servono provvedimenti rivolti anche a chi ha di meno, così da vincere la paura». A promuovere la manovra è il leader degli imprenditori junior, Marco Gay, nel suo intervento di apertura del convegno: «Finalmente è sviluppo» dice, apprezzando in modo particolare il piano Industria 4.0 con gli stimoli alla digitalizzazione e innovazione. Gay sottolinea: non è una scelta sul «chi», ma sul «come», ovvero sulla visione economica, sul modello di progresso, su una politica capace di progetti forti. Di occasione sprecate troppe ce ne sono state, da ultima quella sulle Olimpiadi, che la sindaca Virginia Raggi ha buttato via per stare dietro al «virus del populismo». Adesso - insiste Gay - è il momento di andare avanti, anche votando si al referendum costituzionale. Riprendere a crescere il più presto possibile è un imperativo. Altrimenti il rischio di una manovra molto più pesante, «lacrime e sangue», è dietro l'angolo, già nel 2017. Secca anche la replica alla Cgil che lamenta misure troppo pro-impresa: «Siamo imprenditori, non prenditori». Non manca un appello ai sindacati a «lavorare insieme», a partire dalla trattativa sul modello contrattuale. Una sfida che i sindacati raccolgono. «Spero che ne nasca un patto per il Paese», dice la leader Cisl, Annamaria Furlan. E anche il numero uno Uil, Carmelo Barbagallo, concorda: «Confindustria ha cambiato verso».
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