Bloccato prima di un rapporto nella cameretta di un dodicenne

Domenica 7 Febbraio 2016
Lo attendeva in auto fuori da scuola. Sapeva che quel pomeriggio la madre del 12enne era al lavoro. E sapeva che grazie a quell'assenza avrebbe potuto stare da solo con lui. Approfittandone, come aveva già fatto in passato. A cogliere sul fatto il capo scout 24enne di Padova, studente universitario a Bologna, sono stati gli agenti della polizia Postale. Lo seguivano da qualche tempo, e quando è arrivato nella cameretta della sua vittima hanno deciso di arrestarlo con un accusa pesantissima: atti sessuali con minorenni. Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti non era la prima volta che i due si incontravano. Un dettaglio choc per mamma e papà.
La fase di adescamento era avvenuta sul web. Con qualche battuta lo studente aveva avvicinato la sua preda, individuata su un social network. Il primo scambio di messaggi? Un commento sulla pettinatura della foto profilo, o qualcosa del genere. Poi considerazioni sullo sport o battute sulla scuola e una comunicazione che col passare delle settimane era passata dai social a Whatsapp. Riempendolo di messaggi e attenzioni il capo scout era riuscito ad avere la fiducia del 12enne, fino a convincerlo ad accettare un incontro di persona.
Un pomeriggio, sapendo che la mamma dell'adolescente era impegnata a lavorare, si è offerto di andarlo a prendere in macchina e di accompagnarlo a casa. L'abitazione libera aveva convinto il 24enne ad approfittarne. Poi la cosa si era ripetuta. Ormai però il giovane era finito nel mirino della polizia postale, che teneva sotto controllo il suo telefono e il suo profilo Facebook, tramite il quale era in contatto con decine di ragazzini tra gli 11 e i 15 anni.
Al momento dell'arresto lo studente ha subito negato tutto. La giovane vittima ha invece spiegato che quell'incontro sarebbe terminato come in passato, con un rapporto intimo.
A preoccupare gli investigatori, determinati a fare piena luce sulla vicenda, è inevitabilmente il ruolo dell'adescatore nel mondo del volontariato.
Nonostante la sua giovane età la studente universitario aveva già i gradi di capo scout. Una posizione che potrebbe essergli servita per entrare in contatto con altri adolescenti.
A fine settembre erano stati i genitori di un altro ragazzino, anche in questo caso un 12enne, ad accorgersi del comportamento anomalo del figlio. Il controllo del telefonino li aveva spinti a parlarne con i poliziotti e far accendere i riflettori sullo studente padovano, scoprendo che tra i suoi 600 contatti Facebook, ben 300 appartenevano a ragazzini preadolescenti. In attesa del processo l'universitario è stato sottoposto all'obbligo di dimora in un appartamento a Bologna.
È stato invece denunciato per adescamento un metalmeccanico di 48 anni di Taranto residente a Modena che usava gli stessi metodi, chattando sui social network, per avvicinare ragazzini. L'uomo aveva già precedenti per pornografia minorile e abuso di minori.
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