Azioni che ora valgono quasi nulla: dieci centesimi (anche se la "forchetta"

Mercoledì 1 Giugno 2016
Azioni che ora valgono quasi nulla: dieci centesimi (anche se la "forchetta" arriva fino a 0,50 euro). Oltre il 99 per cento del proprio capitale bruciato, in poco più di un anno. Perché se il record (40,75 euro) era stato toccato nel 2013, il crollo è vertiginoso anche considerando l'ultimo valore ufficiale dei titoli di Veneto Banca: i 30,5 euro approvati dall'assemblea del 18 aprile dell'anno scorso. Nel mezzo, l'indicazione del prezzo del recesso, che tuttavia, almeno in linea teorica, non equivale ad una vera quotazione ed è comunque riservata solo ai chi ha esercitato il diritto (peraltro sospeso sine die).
Proprio quell'ultimo livello ufficiale abbiamo preso come parametro, confrontandolo con l'importo minimo a cui, con ogni probabilità, verranno offerte le azioni nel prossimo aumento di capitale, per quantificare le perdite subite dai primi 200 maggiori azionisti del gruppo montebellunese. Il maggiore, con 1,3 milioni di azioni, è la Ma.Va, società torinese della famiglia Giovannone, che lascia sul tappeto 39 milioni e mezzo di euro. Ma nell'elenco figurano, di persona o tramite società a loro riconducibili, molti nomi dell'imprenditoria veneta ed italiana. E il destino accomuna i «grandi» a migliaia di piccoli risparmiatori.
L'offerta per l'aumento di capitale da un miliardo di euro si aprirà l'8 giugno. I soci attuali godranno di un diritto di opzione per due settimane. Poi la proposta verrà allargata agli investitori istituzionali. Lo sbarco in Borsa è in calendario per il 28 giugno. Sempre che il mercato abbia acquisito una quota sufficiente del nuovo capitale.
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