Allo studio due tracciati: Valle del Boite o Auronzo

Domenica 14 Febbraio 2016
CORTINA - (M.Dib.) La storia di ieri, una sfida di oggi. La Regione Veneto, per voce del suo presidente Luca Zaia, guarda così al progetto del treno delle Dolomiti, nel collegamento fra Calalzo di Cadore, Cortina d'Ampezzo, Dobbiaco in Val Pusteria: «È un'idea che voglio portare avanti, dopo averne parlato con il collega di Bolzano e con il ministro: è realizzabile, in breve - assicura Zaia - anche perché la Regione, su questa opera, si è giocata il jolly: noi la stiamo già progettando. Di fatto, stiamo parlando di 65 chilometri di ferrovia, nella soluzione meno impegnativa, un'opera realizzabile con un miliardo di euro: in un piano pluriennale, di una decina di anni, è del tutto affrontabile».
In quanto al tracciato, che potrebbe interferire con la vecchia sede del trenino azzurro, chiuso nel 1964 ed ora adibito a pista ciclabile, Zaia precisa: «La regione che vuole realizzare il treno delle Dolomiti è la stessa che sta facendo centinaia di chilometri di ciclabili. Abbiamo la possibilità di valutare una variante alla Valle del Boite, dove il 70% sarebbe in galleria, e passare invece per Auronzo: un percorso molto scenografica, con 18 chilometri in più di tracciato, 50 invece di 32, ma lavorando in una valle aperta, con la visione delle Tre Cime di Lavaredo». In quanto ai tempi, cosa ci si deve attendere? «In un anno devo chiudere la progettazione, quantomeno lo studio di fattibilità. Poi bisogna avviare un piano finanziario. Per il taglio del nastro non deve trascorrere più di una decina di anni».
Del vecchio studio di fattibilità, di una ventina di anni fa, che ne è stato? «Se c'è, lo recupereremo. Oggi sappiamo di avere punti fermi: partenza a Calalzo, passaggio per Cortina, arrivo a Dobbiaco. Una sola alternativa riguarda il passaggio o meno per Auronzo». Intanto si può attendere l'elettrificazione sino a Calalzo, per i Mondiali di sci alpino Cortina 2021; «Datela per certa. Stiamo lavorando su questo. Nei tre miliardi destinati alle infrastrutture regionali c'è anche l'elettrificazione dei tratti che ancora non lo sono».
Oltre la sella di Cimabanche, risponde il Landeshaptmann altoatesino Arno Kompatscher: «È un progetto ambizioso, ma del tutto realistico. Anche i costi sono abbordabili: pensiamo a un cofinanziamento dell'Unione europea. Ci crediamo davvero a questo progetto, base per uno sviluppo sostenibile del turismo. Adesso bisogna trovare il tracciato e fare le valutazioni tecniche e ambientali. In ogni caso bisognerà mantenere l'attuale ciclabile, soprattutto dove è utilizzata come pista per lo sci di fondo: è una delle prescrizioni che daremo ai progettisti, nella fase di studio».
È realistico, oggi, puntare sulla ferrovia, per il trasporto di massa? «In Alto Adige i numeri danno ragione ai nostri sforzi: per questo guardiamo avanti, all'elettrificazione della linea della Val Venosta, dove abbiamo superato due milioni di passeggeri l'anno - conclude Kompatscher - la ferrovia è il mezzo di trasporto del futuro: saranno sempre più numerose le persone che utilizzeranno il mezzo pubblico, soprattutto la ferrovia».(((dibonam)))

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