Allarme Veneto Banca «Azione a 0,10 euro»

Sabato 28 Maggio 2016
Come Popolare di Vicenza. Anche le azioni di Veneto Banca potrebbero crollare a 10 centesimi: il gruppo montebellunese potrebbe proporre i propri titoli nel prossimo aumento di capitale da un miliardo a partire dall'importo minimo tecnico di 0,1 euro. La stessa cifra da cui erano partiti anche i vicini berici: in quel caso, nonostante il prezzo stracciato, la risposta fu freddissima e la ricapitalizzazione fu coperta pressoché in toto dal fondo Atlante.
Per Veneto Banca lunedì si chiuderà il pre-marketing e, subito dopo, nel pomeriggio, in base ai riscontri raccolti nei sondaggi con circa 250 investitori professionali, il cda fisserà la forchetta di prezzo per l'offerta pubblica iniziale. L'indiscrezione sul valore dell'azione filtrata ieri da fonti vicine al consorzio di garanzia che sta seguendo l'operazione e rilanciata dall'Ansa, tuttavia, non depone certo a favore di un interesse del mercato. Se fosse confermata, per gli attuali 88mila soci dell'istituto trevigiano si profilerebbe un disastro: patrimonio azzerato. La tabella pubblicata qui a fianco, con il confronto tra il valore a 39,50 euro dell'aprile 2015 e quello ipotetico attuale a 0,10, per i primi 50 maggiori azionisti, dà solo un saggio della perdita. Dal picco massimo del 2012, con il titolo a 40,25 euro, sarebbe polverizzato il 99,75% dell'investimento. Dei 4,9 miliardi di euro a cui allora era valorizzata Veneto Banca, ne rimarrebbero all'incirca 12,2 milioni. Persino chi ha acquistato le azioni nel 1997, all'equivalente di 14 euro, vedrebbe andare in fumo il 99% del suo capitale. Post aumento, i vecchi soci si ritroverebbero diluiti ad un irrisorio 1,23 per cento del totale. Né più, né meno di quanto successo per BpV. Nonostante le numerose rassicurazioni che condizioni e prospettive dei due istituti erano ben diverse, il mondo finanziario, al momento, non sembra fare grosse distinzioni. E si fa strada un ulteriore intervento di Atlante, magari al fianco di un gruppo di grandi soci disposti a sottoscrivere il 10-15% dell'aumento.
D'altro canto, fanno notare gli analisti, pur con la valorizzazione minima a 10 cent, il gruppo montebellunese sarebbe valutato 0,35 volte il proprio patrimonio netto. Un multiplo ben superiore, ad esempio, a quelli di Ubi (0,32), Banco Popolare (0,30) o Credito Valtellinese (0,28), per non parlare di Mps (0,19) o Carige (0,16). L'offerta per l'aumento di capitale dovrebbe protrarsi dal 6 al 20 giugno. L'eventuale quotazione a Piazza Affari sarebbe in calendario per il 28 giugno. L'esordio del percorso ricalca quello vissuto a Vicenza. A Montebelluna si augurano che l'epilogo sia diverso.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci