LONGARONE - (a.tr.) Si taglia troppo bosco buono in provincia. A partire dal 2009-2010 l'abbattimento di conifere ha subito un'impennata nel territorio, concentrandosi in particolare tra Comelico, Agordino e Val Boite. L'80% dei metri cubi delle fustaie della provincia proviene da questi tre territori dove i tagli sono passati dai 130150mila metri cubi all'anno agli attuali 170190mila su un totale di 400mila messo come tetto dalla Regione. «I prelievi in queste tre aree sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi 12 anni spiega Daniele Belli dell'Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Belluno -, quindi non è vero quanto si diceva un tempo, ovvero che nei nostri boschi tagliamo poco. I tagli sono aumentati, ma si stanno concentrando nei boschi buoni, mentre avanza il bosco scadente a bassa quota». Quello scadente di latifoglie cresciuto dove un tempo c'erano i pascoli, nessuno lo tocca. Ha scarsissimo valore economico, al più se ne ricava legna da ardere ma in tanti casi è più alto il costo dell'abbattimento dei guadagni. Così i boscaioli si concentrano in alta quota, dove le conifere danno legno di qualità. «Viene sfruttata solo questa parte del patrimonio boschivo spiega Claudia Scarzanella proprietaria della segheria Traiber -, di conseguenza si taglia troppo perché il valore è falsato dal fatto che tutto è concentrato in una ristretta porzione di territorio». Insomma la domanda su cui d'ora in avanti si concentreranno le riflessioni degli addetti del settore sarà quella sul futuro del patrimonio boschivo del Bellunese, su come sfruttarlo al meglio valorizzando e insieme proteggendo questa immensa ricchezza.
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