Aggredisce carabiniere, immigrato ucciso

Giovedì 9 Giugno 2016 di Un appuntato, colpito al volto con un coltello, ha sparato. Il procuratore: legittima difesa
Aggredisce carabiniere, immigrato ucciso
Appuntato spara e uccide un immigrato nella tendopoli di San Ferdinando a Reggio Calabria per salvare la pelle. E' questa, a oggi, l'ipotesi avanzata dai magistrati della procura di Palmi che indagano sulla morte del maliano Sekine Triore, il bracciante agricolo ucciso ieri mattina da un militare dell'Arma in servizio a Gioia Tauro. Secondo una prima ricostruzione, il carabiniere Antonino Catalano era intervenuto con un collega per sedare una violenta zuffa scoppiata tra tre giovani africani dentro la baraccopoli. Quando lo hanno visto arrivare, uno dei tre lo ha colpito al volto con un coltello, così lui ha sparato. Un solo colpo di pistola, ma letale. La vittima è stata centrata all'altezza del torace.
«Si sarebbe trattato di legittima difesa – ha spiegato il procuratore di Palmi Ottavio Sferlazza – il militare è stato iscritto nel registro degli indagati. Tutto dipenderà dal prosieguo delle indagini, sentiremo i testimoni, ma il quadro che si delinea è quello della legittima difesa». Il magistrato ha poi aggiunto: «C'è stato, da parte dell'immigrato, un atteggiamento inizialmente intimidatorio e successivamente aggressivo, tanto che il militare ha riportato diverse ferite al volto». L'appuntato è stato portato all'ospedale di Polistena. Presentava vistosi tagli sul viso, ma non è stato il solo. Gli investigatori parlano di «cinque colleghi, tra poliziotti e carabinieri, feriti durante l'intervento per riportare la calma nella tendopoli».
Dopo aver sentito alcuni testimoni, gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica. Alle nove del mattino, nella baraccopoli di San Ferdinado, un luogo che accoglie tantissimi immigrati impegnati nella raccolta della frutta nella Piana di Gioia Tauro, tre braccianti agricoli discutono animatamente. Due accusano il maliano Sekine Triore di avere rubato 250 euro a un ghanese, ma lui nega. Gli animi si surriscaldano, il maliano estrae un coltello e ferisce al braccio un uomo del Burkina Faso. Scatta l'allarme, sul posto giungono una pattuglia dell'Arma e tre poliziotti. Il 25enne Sekine Triore sembra fuori di sé, agita una lama affilata e sbraita. L'appuntato Antonino Catalano prova a tranquillizzarlo, ma viene colpito al volto per tre volte. «A questo punto – documenta il comunicato stampa diramato dalla Procura – il militare ha reagito all'aggressione con un colpo di pistola d'ordinanza». La ferita al torace non gli ha lasciato scampo e l'africano è deceduto dopo alcune ore. Domani il suo cadavere verrà sottoposto a esame autoptico. Di certo, da qui in avanti, i magistrati saranno chiamati a colmare dei vuoti: alcuni immigrati hanno fornito versioni contraddittorie.
La tendopoli di San Ferdinando ospita circa 500 migranti, molti regolari, quasi tutti raccolgono frutta e verdura nelle aziende agricole. Lo scorso febbraio, il prefetto di Reggio Calabria aveva firmato un protocollo per bonificare l'area e trovare una sistemazione diversa ai braccianti, ma la situazione è rimasta identica. Sei anni fa, in molti hanno preso parte alla guerriglia urbana scoppiata a Rosarno.
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