Affari in Brasile e Russia per «occultare» i soldi

Mercoledì 17 Febbraio 2016
MILANO - Il loro accesso ai vertici della Regione e del Carroccio è diretto, le capacità di pressione illimitate. In una telefonata del 12 dicembre 2014, dopo aver lodato Fabio Rizzi per la sua «grande prestazione in pubblico» sostenendo che «potrà diventare il nuovo Ministro della sanità», Mario Longo annuncia: «Ho parlato con Claudio Cerea e Pietro Cogliati», esponenti della Lega, «insisteranno con Matteo (Salvini) per fare un Gruppo sanità con competenza ed energia mettendo Rizzi a capo del progetto». A quanto pare, per Rizzi e Longo - i due politici grazie ai quali la ”zarina” della sanità lombarda Maria Paola Canegrati ha costruito il suo impero - non esistono ostacoli. Il governatore Roberto Maroni convoca una riunione con tutti i direttori generali degli ospedali della regione? Nessun problema, dice Longo all'ex dg di Busto Arsizio Enzo Brusini: «Dopo i fatti giudiziari Maroni deve dare un segno di controllo, ma non credo che - per far vedere che controlla - bloccherà gli spostamenti dei direttore generali».
BRASILE E RUSSIA - Il gip bolla i due arrestati come «avidi e spregiudicati». La funzione e gli interessi pubblici «sono secondari ed esclusivamente funzionali al profitto privato proprio, che deve necessariamente essere occultato attraverso la creazione di società estere ove fare confluire i proventi illeciti». Di questioni economiche parlano l'8 agosto 2015 Rizzi e la compagna Lidia Pagani. Lei chiede quale sia il suo stipendio e il consigliere risponde: circa 8.000 euro, di cui 1.500 versati alla Lega e 5.000 per la rata del mutuo. La Pagani propone di pagarne una parte, ma l'ex senatore la rassicura: sono in arrivo buoni affari, «ci sono due o tre operazioni grosse in ballo, l'ospedale in Brasile...». Lei insiste: «Sì, ma cosa intendi per grosse?». Rizzi: «Qualche milione di euro, da dividere in tre». Tra Rizzi, Longo e Stefano Lorusso, «il socio italo-brasiliano... dall'ospedale pediatrico in Brasile, potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa». E poi c'è «una compravendita di zucchero per la Russia, quello lì potrebbe essere una milionata da dividere in tre».
«EVASIONE TOTALE» - Altri 100mila euro, stando a un'intercettazione del maggio 2014, erano attesi da «una mega società Cina-Brasile». Rizzi fornisce dettagli alla Pagani sulla struttura delle sue holding: «Teniamo solo la More Than Lux, è quella panamense che abbiamo fatto io e Mario. Ci stiamo muovendo... ci stiamo muovendo!». Chiede lei: «Ma dal punto di vista fiscale nel momento in cui cominci a guadagnar qualcosa... come funziona, ci pensa tutto Minoli?», ovvero il commercialista. Alla risposta affermativa di Rizzi, la compagna si preoccupa: «Ma è un co...one come quello che c'avevo a Besozzo che mi son trovata quindicimila euro di multa perché non mi pagava le cose?». Il consigliere tranquillizza: «Noo, lui c'ha il mandato di fare evasione totale». La Pagani è scettica: «Finirò ben in galera io a fare gli spettacoli... di burlesque». Quando ieri mattina i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano li hanno fermati, non hanno fatto una piega, quasi lo mettessero in conto.
MEDICO RIMOSSO - E dove ci sono tangenti - con la Canegrati che al telefono si vanta di aver «dato un sacco di soldi a un sacco di gente» - c'è anche malasanità. Un ex primario del Niguarda di Milano, scrive il pm Manuela Massenz nella richiesta di arresto, ha segnalato che una paziente affetta da un «tumore del cavo orale» era stata curata come se avesse «un semplice fungo» da un medico poi «collocato a capo del centro odontoiatrico». Non solo l'intervento del dottor Cirincione sarebbe caduto nel vuoto, «non determinando alcun intervento della direzione dell'azienda ospedaliera diretto ad accertare la professionalità del medico», ma qualche mese dopo «seguiva un provvedimento dell'amministrazione che provvedeva a sollevare il dottor Cirincione dai compiti di controllo sull'operato del centro».
C.G.

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