«Ho ucciso mia madre e mia sorella»

Domenica 21 Febbraio 2016
«Ho ucciso mia madre e mia sorella»
«Ho tagliato la testa a mia madre». È crollato all'improvviso, venerdì mattina alle 7,30 nella caserma dei carabinieri di Ronco all'Adige (Verona), Andrej Filip, 20 anni, rumeno, accusato del duplice omicidio della madre, Mirela Balan, 41 anni, e della sorellina di 12 anni, Larissa. Si chiude nel più tragico dei modi la vicenda della badante rumena e della figlioletta scomparse da sabato 13 febbraio dalla loro abitazione di Albaredo d'Adige, nel Veronese. Ad ammazzarle, e poi a farle a pezzi per gettarle, chiuse in tre borsoni, nel fiume, è stato il figlio della donna. Che avrebbe fatto tutto da solo, in preda ad un improvviso raptus contro quella madre che, per l'ennesima volta, sabato sera gli aveva chiesto: «Quando te ne vai di casa». Lui prima ha risposto: «La settimana prossima». Poi come la donna si è girata, l'ha presa alle spalle e con un coltello da cucina che gli è capitato nelle mani in quella furia cieca, gli ha reciso la carotide. Ma non finisce qui: ha chiamato al piano superiore della casa anche la sorellastra, una bambina di 12 anni, dicendogli che la madre voleva parlagli e lì, con le mani, l'ha soffocata.
«È la confessione, piena e dettagliata, che il giovane ha reso davanti al magistrato della Procura di Verona, Elisabetta Labate, ed al suo avvocato d'ufficio - ha detto ieri il colonnello Pietro Edera - Ora, stiamo lavorando per ripescare dall'Adige i resti delle due povere donne, con l'intervento del nucleo sommozzatori dei Carabinieri di Genova, già all'opera».
Una sparizione, quella delle due donne, che era stata denunciata martedì dall'altra figlia della badante, Oana, 22 enne, che aveva sentito la madre sabato sera, poco dopo le 17, poi basta. Immediatamente, ancora martedì sono iniziate le ricerche coordinate dal comandante della Compagnia di Legnago dei Carabinieri, colonnello Lucio De Angelis. Ricerche che sono continuate nei giorni successivi in parallelo alle indagini investigative che hanno portato a scoprire, giovedì, che il bancomat della badante era stato utilizzato proprio nella serata di sabato per un prelievo di 200 euro. E che chi l'aveva usato aveva anche tentato ulteriori tre prelievi, andati però non a buon fine. Se a questo si aggiunge che il figlio della donna si era allontanato da casa negli stessi giorni della scomparsa delle due donne è chiaro che i sospetti degli inquirenti sul giovane diventavano sempre più forti. Ma non solo.
«I rapporti tra madre e figlio erano incrinati da tempo - dice il colonnello De Angelis - Sappiamo, da quanto riportato da amici rumeni della donna, che il 10 febbraio vi era stata l'ennesima violenta discussione tra madre e figlio, con la donna che l'accusava di non lavorare e di continuare a chiederle soldi». Ma la situazione precipita sabato 13 febbraio dopo che alcuni parenti giunti a trovare Mirela se ne vanno poco dopo le 18. Alle 18,50 - secondo quanto confessato da Andrej - ha lo scontro con la madre ed uccide le due donne. Poi va a fare il prelievo con il bancomat e gira un po' per il paese di Albaredo. Quindi torna a casa verso le 20,30 e decide l'incredibile: prende un grosso coltello da cucina e taglia i corpi, smembrando le ossa con le mani. Verso le 22 ha terminato: davanti a lui ci sono tre borsoni con dentro la madre e la sorellina a pezzi. Li prende e, con tre diversi viaggi a piedi, li porta sul ponte sull'Adige, a 500 metri dall'abitazione, e lì getta nel fiume. Quindi torna a casa verso le 22,30, pulisce tutto, e va a letto a dormire. La mattina dopo si sveglia e fa i bagagli ed alle 13 si fa accompagnare da un amico a San Bonifacio dove sale su uno degli autobus che fanno la spola tra l'Italia e la Romania.
Poi, e qui resta un po' di mistero, il giovane decide di fare ritorno in Italia. Forse è la sorella Oana a convincerlo? Non è chiaro. Sta di fatto che venerdì alle 3,30, quando il ragazzo arriva a casa della sorella, ad aspettarlo ci sono i carabinieri della stazione di Ronco all'Adige. Lo portano in caserma e lì, tra una sigaretta e l'altra lui inizia a contraddirsi, a diventare nervoso. Finché, alle 7,30, all'improvviso, crolla: «Ho tagliato la testa a mia madre». Ora è in carcere a Montorio di Verona, accusato di duplice omicidio della madre e della sorella e di occultamento di cadavere.
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