«Avessi un figlio gay lo brucerei», bufera su consigliere leghista

Giovedì 11 Febbraio 2016
GENOVA - «Se avessi un figlio omosessuale lo butterei in una caldaia e gli darei fuoco». La frase choc, hanno denunciato ieri tre genitori di figli gay della associazione Agedo di Genova, «è stata detta da un consigliere regionale della Lega Nord, Giovanni De Paoli, al termine di una audizione in Commissione salute». De Paoli ha smentito: «Mai detta la frase che mi è stata erroneamente attribuita dagli organi di stampa, peraltro non presenti all'evento. La mia frase era esattamente opposta: "se avessi un figlio gay non lo brucerei nel forno"».
Le opposizioni - Pd, M5S Rete a Sinistra - hanno chiesto le dimissioni del consigliere mentre la Giunta, per voce del presidente Toti, condanna la frase ma difende De Paoli, 63 anni: «Ci ha giurato di non aver mai pronunciato quelle cose. Sarebbe una frase assolutamente esecrabile, becera, volgare, di una violenza inaudita e non potrebbe rimanere priva di conseguenze politiche». Anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, crede al consigliere: «Chiunque dica una roba del genere ha dei problemi e farebbe meglio a trasferirsi su Saturno». Il suo vice, Edoardo Rixi aggiunge: «In Lega chiunque dichiarasse frasi come quelle sarebbe immediatamente espulso».
I genitori, invece, confermano. Erano almeno in cinque davanti al consigliere ha spiegato il presidente ligure dell'associazione Agedo, Giovanni Vianello: «Eravamo andati in commissione per presentare le problematiche di noi genitori di figli omosessuali. Al termine, fuori dall'aula, ci sarebbe stato un battibecco tra un gruppo di genitori e il consigliere, il padre di un ragazzo omosessuale gli ha chiesto cosa avrebbe fatto se avesse avuto un figlio gay. Lui si è girato per andarsene ma prima ha detto quella frase terribile». L'Agedo pensa anche ad una denuncia, oggi la decisione verrà presa a livello nazionale.

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