Renzi chiede a Gentiloni un'agenda senza scosse

Venerdì 21 Luglio 2017
Renzi chiede a Gentiloni un'agenda senza scosse
«Riprendere il dialogo» alla Camera «o al Senato». Pietro Grasso si fa avanti. Palazzo Madama può essere, per il suo presidente, il luogo migliore per cercare di approvare la legge elettorale. Non ci sono voti segreti, se non sulle minoranze linguistiche e, soprattutto, non c'è una maggioranza compatta che può imporre un sistema su un altro.
Un vantaggio, per il presidente del Senato, che con molta cautela avanza per settembre la candidatura di palazzo Madama durante la cerimonia dei saluti estivi alla stampa parlamentare. D'altra parte, aggiunge Grasso, «tutti i gruppi, tranne il Pd, hanno chiesto di riprendere il confronto sulla legge elettorale». Una stilettata in direzione Matteo Renzi, alla quale segue elenco delle difformità da superare tra il sistema di voto della Camera e quello del Senato. Preoccupazioni espresse dalla seconda carica dello Stato che riprendono quella della prima e che segnalano come a settembre il Parlamento tornerà di fatto ad occuparsi principalmente di tre faccende - ius soli, legge di Bilancio e legge elettorale - anche se non sono pochi i provvedimenti ancora in coda.
Renzi mostra di non essere in questo momento interessato all'argomento anche se non perde occasione nel tenere fermo il paletto che rimanda al partito a vocazione maggioritaria di veltroniana memoria. «Io la coalizione la voglio fare con i cittadini che hanno a cuore l'Italia», ha sostenuto ieri segretario del Pd presentando il suo libro Avanti, in un centro commerciale a Roma-sud. Cautela e tatticismo che il segretario manifesta insieme ad un inusitato entusiasmo per la tenuta del governo Gentiloni: «Lo sosteniamo sino alle elezioni del 2018». Resta il fatto che a quella data il segretario del Pd intende arrivarci con il partito non sfiancato dall'azione di governo.
Le tensioni degli ultimi giorni con Ap e Mdp contribuiscono a stringere in una morsa il Pd che rischia di sobbarcarsi da solo l'onere del governo e di una legge di Bilancio che, per passare, dovrà cedere alle richieste dei centristi e della sinistra scissionista.
L'idea che Gentiloni dovrebbe stilare con i capigruppo una sorta di agenda delle settimane che mancano alla fine della legislatura, comincia a circolare al Nazareno con una certa insistenza. Dopo il ddl vaccini e i decreti banche e Mezzogiorno - probabilmente tutti con voto di fiducia - dovrebbe toccare al ddl concorrenza, ma sono molti altri i provvedimenti che attendono il varo. A cominciare dalla riforma dei vitalizi passando per il biotestamento o il ddl che regola gli scioperi. Evitare la palude e sei mesi di stillicidio parlamentare perché, come sostiene Renzi, «il problema non è quando si vota, ma come ci si arriva».
Tutto per evitare che l'epilogo della legislatura si trasformi nell'incubo già vissuto dal Pd nel 2012.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci