Raffiche di mitra contro le auto del convoglio diretto a Tripoli

Martedì 21 Febbraio 2017
IL CAIRO - Nuove, gravi tensioni in Libia dove il convoglio del premier libico Fayez Al Sarraj è stato bersagliato a Tripoli da una milizia a lui ostile. Nessun ferito ma l'episodio, presentato da alcuni media come un tentativo di assassinare il capo dell'esecutivo, indica quanto instabile e pericolosa sia la situazione nella capitale libica. La versione più attendibile, o almeno quella più ufficiale, è stata fornita da un comunicato del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale, nome dell'organismo guidato dallo stesso Sarraj. Nel testo si ammette che un gruppo di non meglio precisati «fuorilegge ha tentato di attaccare il convoglio di auto» che trasportava «alcuni responsabili dello Stato»: «Ci sono stati colpi di arma da fuoco contro una delle vetture del corteo ma, grazie a Dio, nessuno è rimasto ferito». Il tentativo di attacco è stato sferrato durante il ritorno «dopo l'inaugurazione della nuova sede del Servizi di indagine generali», precisa il comunicato.
L'episodio conferma che Sarraj, appoggiato dalla coalizione occidentale e quindi anche dall'Italia, è debolissimo. Ad insidiarlo non c'è solo il generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cireanica e per ora insediato dell'est del paese pur con avamposti a ovest di Tripoli: ora c'è anche il redivivo ex-premier Khalifa al Ghwell, in crescita grazie al sostegno di miliziani di Misurata alla ricerca di un ruolo dopo aver stanato l'Isis da Sirte.
L'Italia è molto interessata a una stabilizzazione in Libia per molteplici motivi a cominciare dalla strategia per contrastare le ondate di profughi che attraversano il Canale di Sicilia. Ieri, il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in una conferenza stampa ha ribadito che «La Libia è la nostra priorità».
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