Prete in fuga, conto corrente svuotato

Martedì 18 Ottobre 2016 di Il paese si interroga sul ruolo della perpetua assunta da don Flavio Gobbo: «Giocava alle slot-machine»
Qualche mese fa è toccato a don Marco Scarpa della parrocchia di San Pantalon, a Venezia, adesso è il momento di don Flavio Gobbo, parroco di Spinea. Entrambi hanno deciso di prendersi una pausa di riflessione. Un eufemismo per indicare un percorso che di solito finisce con la decisione di abbandonare l'abito talare. La storia del resto è sempre ugale e sempre diversa. Don Marco Scarpa aveva usato poche parole, pronunciate alla fine della messa: «Mi prenderò un periodo di sospensione per una verifica nell'ambito dell'affettività». Di fatto lasciando intendere l'esistenza di un legame sentimentale. Una scelta sofferta, come già spiegava don Scarpa nel suo messaggio: «Chiedo scusa a tutti per le mie inadeguatezza e per i miei peccati. Sono addolorato se a qualcuno sono stato di scandalo, di inciampo, invece che un compagno di strada nella via verso il Signore».
Don Flavio Gobbo invece non ha spiegato nulla. Un giorno ha fatto le valigie e se n'è andato. Il cappellano si è incaricato di leggere la missiva ufficiale: «Don Flavio Gobbo sospende il servizio di parroco a partire da oggi. Purtroppo una situazione di affaticamento lo ha spinto a chiedere ai superiori un tempo di riposo che il vescovo gli ha concesso volentieri, assicurando che non mancherà l'aiuto affinché questa popolosa parrocchia possa essere seguita come merita». Basta.
Ufficialmente la Curia non dice una parola in più e anzi fa sapere che non vuole speculazioni su eventuali crisi sentimentali. Ma a Spinea tutti hanno capito che di mezzo poteva esserci solo la perpetua. E ieri è saltato fuori che forse c'entra anche la cassa della parrocchia. C'è chi parla di 200, chi 300 mila euro. I soldi sono usciti un po' alla volta, in un anno e mezzo, dal conto corrente della parrocchia dei Santi Vito e Modesto di Spinea. E una volta erano mille e un'altra volta duemila, ma ci sono stati anche esborsi da decine di migliaia di euro in un colpo solo, tant'è che la Banca d'Italia pare abbia aperto un procedimento per un paio di movimenti decisamente sospetti.
Insomma il conto corrente dei Santi Vito e Modesto ad un certo punto sembrava impazzito tra entrate e uscite, con molte operazioni fatte in contanti. Dove sono finiti tutti questi soldi? Una parte sicuramente nelle pance delle slot machine visto che la femme fatale di Spinea, oltre ad essere la perpetua di don Flavio Gobbo, risulta essere anche una discreta giocatrice d'azzardo. Del resto a Spinea tutti sanno e tutti o quasi fanno finta di nulla perché la storia della perpetua che viene assunta di punto in bianco dal parroco di Spinea con uno stipendio all'inizio basso - sui 700 euro - e poi man mano vede crescere stipendio e influenza sul parroco, era sulla bocca di tutti. Ma erano bocche che si aprivano solo in casa, bisbigli e poco più perché, si sa, queste cose non si dicono. Al punto che don Marcello Miele, il parroco della parrocchia di Santa Bertilla, che pure dista in linea d'aria qualche centinaio di metri, giura di non sapere nulla di nulla.
Quel che è certo è che il parroco precedente, don Antonio Genovese, prima di andarsene a Montebelluna – alla fine del 2014 – aveva lasciato un gruzzoletto niente male alla parrocchia. Nonostante i lavori di ristrutturazione del patronato e nonostante il rifacimento del tetto della chiesa. Segno evidente che nei 15 anni di apostolato, grazie alle donazioni delle sue pecorelle, aveva costituito un piccolo tesoretto. Che è sparito. Come il parroco. Invece la perpetua gira tranquilla per Spinea con l'auto che pare le abbiano donato i parrocchiani, ma a loro insaputa, come si usa in Italia.
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