«Pregate per me» L'appello ai fedeli del parroco sospeso

Lunedì 23 Gennaio 2017
Ha inviato una lettera a tutte le parrocchie della Diocesi. Poi ha annunciato il suo rientro anticipato dalla missione pastorale in Ecuador e in Brasile. Già oggi monsignor Claudio Cipolla sarà di ritorno dal Sudamerica per rimettersi al timone della Diocesi padovana, scossa dallo scandalo che ha coinvolto i parroci di San Lazzaro e di Carbonara di Rovolon don Andrea Contin e don Roberto Cavazzana. Dal pulpito, al posto dell'omelia, i parroci hanno dato lettura del messaggio del vescovo ad ogni celebrazione festiva. Un appello esteso a tutte le comunità parrocchiali ma rivolto in particolare ai sacerdoti: «Cogli l'occasione, alla luce del momento che stiamo vivendo a Padova - questo il senso delle parole del vescovo Claudio - come una opportunità per verificare i tuoi comportamenti, la coerenza con gli impegni che ti sei assunto il giorno della tua ordinazione, soprattutto nel campo della tua vita affettiva, sessuale, della gestione dei soldi. In questi campi nessuno ha il diritto di sindacare più di tanto, perché riguardo alla tua vita privata sei te stesso responsabile adulto. Però moralmente ricordati che ti sei assunto degli impegni ben precisi di fronte a Dio e di fronte alla chiesa. Di fatto il nostro ministero ci rende persone pubbliche, rappresentati delle comunità dei credenti di fronte al modo». Il vescovo ha poi invitato i fedeli a pregare per i due parroci sospesi e per tutti gli altri sacerdoti con quest'ulteriore auspicio: «Il Signore ci aiuti ad essere testimoni del Vangelo per le comunità che ci ha affidato».
Anche don Roberto Cavazzana ha inviato un messaggio alla sua gente di Carbonara. L'ha fatto attraverso don Claudio Zuin, unico parroco superstite nel territorio di Rovolon. «Pregate per me». Questo l'appello lanciato attraverso il collega con cui si sente tutti i giorni da quando è andato via dalla sua parrocchia. Nell'ultima telefonata di sabato, sapendo che sarebbe stato lui a celebrare le messe festive a Carbonara, don Roberto ha espressamente chiesto al collega sacerdote di portare un messaggio ai suoi parrocchiani. E don Claudio lo ha fatto, al termine della messa. «Nell'ultima telefonata mi ha detto: Saluta quelli di Carbonara e mi ha chiesto una cosa personalmente. Lui mi chiama Caio, ci chiamavamo così anche quando si giocava a calcio insieme, e mi ha detto: Caio, prega tanto per me. Ma chiedi a tutti che in questo momento preghino per me.
La prima domenica senza don Roberto a Carbonara è scivolata via con i fedeli divisi tra colpevolisti e innocentisti. Dopo la celebrazione, al termine della quale don Claudio si è augurato «che l'evento così rumoroso si attenui e che si faccia un po' di silenzio» era comunque poca la voglia di parlare. E anche quella di commentare le parole del vescovo Claudio Cipolla: «Credo che sia tempo di stare in silenzio» ha detto una mamma con accanto le figlie adolescenti. «L'unica cosa da aggiungere è che ho trovato le parole del vescovo molto equilibrate». «Io prego tutti i giorni per don Roberto» ha invece sottolineato una signora più anziana, in uscita dalle chiesa assieme a due a amiche coetanee, «e prego perché don Roberto ritorni qui, a Carbonara». «È stato il miglior parroco che abbiamo avuto fino ad ora - ha ribadito una delle signore - è lui che ha fatto rivivere questa comunità». Ma c'è anche chi non la pensa proprio così. E lo ha scritto sul quaderno lasciato aperto davanti al grande presente allestito sul sagrato della chiesa. In stampatello, una mano ha scritto che «molti parrocchiani rivogliono indietro don Roberto, ma si rendono conto della loro ingenuità? Questo prete ha predicato bene e si è comportato male».
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