Pirata a 18 anni, il papà lo fa arrestare

Mercoledì 30 Agosto 2017
Pirata a 18 anni, il papà lo fa arrestare
Ha il volto di un ragazzo di appena diciotto anni, patentato da pochi mesi, il pirata della strada che all'alba di ieri ha investito, uccidendolo, un turista sloveno di 75 anni. Alberto Cian ora si trova in carcere dopo che i carabinieri della locale stazione hanno effettuato il fermo di indiziato di delitto, su indicazione della Procura della Repubblica di Venezia, su disposizione del pubblico ministero di turno. Deve rispondere dei reati di omicidio stradale e omissione di soccorso, cui potrebbe aggiungersi anche la guida in stato di ebbrezza e sotto l'effetto di stupefacenti se le analisi dovessero confermare anche questa ipotesi.
A contribuire in qualche modo a consegnarlo alla giustizia, sono stati gli stessi genitori: una volta a casa, dubitando sulla sua versione e temendo che potesse avere fatto del male a qualcuno, hanno preso l'auto, hanno fatto la strada a ritroso, finchè si sono trovati nel luogo dell'incidente. Nel confronto con i carabinieri, è emersa la terribile verità, che ha sconvolto la madre al punto da essere colta da malore e portata all'ospedale. L'incidente tra le 5 e le 6 di ieri mattina in via Colombo, strada che porta nella località turistica di Eraclea Mare. Sul ponte Revedoli, per cause da accertare, con la Opel Corsa, il giovane ha investito il turista, che transitava in bici (entrambi si dirigevano verso Eraclea paese), quindi è andato a casa. Poco dopo è stata una automobilista ad accorgersi del corpo a terra e a dare l'allarme. A casa Cian il giovane sveglia i genitori. Sosteneva di avere rotto la macchina, ricorda la sorella. La Opel aveva una grossa botta sul davanti ed una ruota squarciata. «Sono scesi per vedere l'auto, constatato che quello che stava dicendo non poteva essere compatibile con il danno e per paura che potesse avere fatto del male a qualcuno, hanno percorso la strada a ritroso, fino a quando hanno trovato il luogo dell'incidente».
Nel frattempo i carabinieri della stazione di Eraclea stavano ultimando i rilievi e raccogliendo elementi utili al ritrovamento del pirata: sulla strada erano rimasti pezzi della macchina, soprattutto una parte di una fanale anteriore. I genitori riferiscono quello che sanno, i militari prendono nota ed evidenziano l'accaduto: le due versioni portano alla conclusione, ovvero che è stato Alberto ad investire il turista con la sua Opel. La mamma viene colta da un malore e trasportata in ospedale, a San Donà di Piave, dove sarà ricoverata. I carabinieri vanno nell'abitazione dei Cian, prelevano Alberto e lo portano in caserma per tutti gli accertamenti del caso e lo sottopongono alle analisi dell'alcool e quelli per capire se avesse assunto sostanze stupefacenti. «Non sembrava cosciente di avere fatto del male ad una persona, ha concluso la sorella. Quando è stato messo di fronte al fatto, è scoppiato a piangere, non riusciva a capacitarsi della cosa». Al termine degli accertamenti di rito, i carabinieri di Eraclea hanno effettuato il fermo di indiziato di delitto, su indicazione della Procura della Repubblica di Venezia, su disposizione del pubblico ministero di turno; il giovane è stato trasferito in carcere. Il turista slovacco era alloggiato al Centro Vacanze Villaggio San Francesco di Duna Verde di Caorle. «Siamo dispiaciuti per la loro famiglia - è il pensiero dei Cian - capiamo benissimo il loro dolore».
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