Migliaia di donne in corteo per dire stop alle violenze

Domenica 27 Novembre 2016
ROMA - Il fiume di donne è lungo, inarrestabile: a Roma sono arrivate in 200mila, questa la stima degli organizzatori, per dire basta alla violenza. «Non una di meno» è lo slogan che campeggia ovunque in mezzo alle foto delle tante vittime della violenza di mariti, compagni, amici. La politica resta ai margini con poche presenze. «Abbiamo tenuto fuori le istituzioni perché volevamo che questo movimento nascesse dal basso», dicono dalla testa del corteo che per quattro ore scandisce slogan per la libertà e la dignità delle donne. A piazza Esedra, all'inizio della manifestazione, si vedono tante generazioni di donne, dalle bambine, alle giovani fino alle donne che hanno vissuto le passate stagioni del femminismo, e anche gruppetti di uomini, soprattutto tra i più giovani. Qualcuno distribuisce volantini per il referendum del 4 dicembre ma è un'iniziativa isolata.
Una volta partito il corteo, gli slogan sono tutti centrati sulla mission di questa iniziativa: dire basta alla violenza. «Per le donne non basta un lutto, pagherete caro, pagherete tutto». «Siamo l'urlo altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno più voce». Sono alcuni dei messaggi che arrivano dagli altoparlanti. Prevale il rosso, dalle sciarpe alle rose appuntate, il colore che da qualche anno simboleggia le donne che hanno perso la vita a causa della violenza. Si balla ma non danze qualsiasi; si è scelta per la testa del corteo la Capoeira, una danza brasiliana che simboleggia la liberazione dalla schiavitù. Ma in piazza ci sono anche tutti i temi cari al femminismo, a partire dall'aborto, con tutta la connessa contestazione contro gli obiettori di coscienza. E come decenni fa tante sono le donne che alzano le mani per mimare l'organo sessuale femminile che è rappresentato, in misura gigante, anche su un carro che segue il corteo delle manifestanti. I politici sono pochi, mescolati alla folla. Per il movimento sindacale a manifestare c'è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso: «La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti». Grande soddisfazione da parte delle organizzatrici per un evento che è andato anche oltre le loro aspettative. «Siamo di fronte ad una assoluta novità che riafferma che siamo il soggetto imprevisto della storia. Siamo una marea», dice Titti Carrano responsabile di Dire (Donne in rete contro la violenza). «Si tratta solo della prima tappa di un percorso che è nato dal basso».

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