Licenziata, si dà fuoco nella sede dell'Inps

Mercoledì 28 Giugno 2017
Licenziata, si dà fuoco nella sede dell'Inps
TORINO - Ha preso il numero e si è messa in coda, come tutti gli altri. Ha aspettato il suo turno in silenzio, con pazienza, agli sportelli dell'Inps. Arrivato il suo turno, all'improvviso, si è cosparsa il volto con del liquido infiammabile che nascondeva nella borsetta e con un accendino si è data fuoco. «Sono disoccupata, sono disperata», il grido di dolore prima che le fiamme la avvolgessero davanti allo sguardo terrorizzato dei dipendenti dell'Inps e delle altre persone in attesa. La tragedia a Torino, negli uffici Inps di corso Giulio Cesare, alla periferia della città. Protagonista una 46enne, ora ricoverata nel centro grandi ustionati dell'ospedale Cto. Ha ustioni sul 25% del corpo, di cui il 10% di terzo grado. A non lasciarla sola nemmeno per un secondo, nella sala d'aspetto, il fratello, che prova a ricostruire la vicenda. «Questa mattina su Facebook ha scritto oggi vado e li faccio neri. Ma doveva fare neri loro, non se stessa», racconta. La donna da almeno una decina d'anni faceva le pulizie in una birreria di Settimo Torinese, ma nel gennaio scorso è arrivato il licenziamento. «Da un giorno all'altro mia sorella si è trovata senza stipendio, senza Tfr, senza indennità di disoccupazione. Con un affitto da pagare e un compagno disoccupato. Il sistema non funziona: per questo lei ha compiuto questo gesto disperato».
Ora è intubata e lotta tra la vita e la morte. «Vorrei ringraziare l'uomo che l'ha soccorsa. Penso sia un marocchino, un musulmano - continua il familiare - In tanti si sono fatti prendere dal panico, ma lui no». Secondo una prima ricostruzione dell'Inps, la donna si era recata in corso Giulio Cesare per chiedere delucidazioni proprio sull'indennità di disoccupazione. «Era stata licenziata il 13 gennaio scorso - spiega Giovanni Firera, responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne Inps Sede regionale del Piemonte - E, dopo una settimana di malattia, non avrebbe consegnato i moduli per la richiesta di indennità sino al 25 maggio. Da quella data, aveva poi ritirato il primo assegno, ma non quelli precedenti. Una tragedia mai accaduta prima, che ci lascia tutti senza parole». Che fosse in difficoltà gli amici lo sapevano. Ma nessuno pensava potesse arrivare a tanto.

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