Il magistrato aveva denunciato l'assenza di controlli sul territorio

Mercoledì 29 Marzo 2017
Il magistrato aveva denunciato l'assenza di controlli sul territorio
Il caso di Angelo Mascolo, il giudice trevigiano che accusa lo Stato di non garantire appieno la sicurezza sul proprio territorio e che annuncia la volontà di prendersi una pistola, arriva fino al Csm. Il Comitato di Presidenza del Consiglio superiore della magistratura ha chiesto alla Prima Commissione, che si occupa dei provvedimenti disciplinari, l'apertura di una pratica per verificare la possibilità di un trasferimento d'ufficio del magistrato. La motivazione sarebbe quella dell'incompatibilità ambientale.
Il caso viene tenuto d'occhio anche dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, non certo felice di un giudice che cede al fascino della pistola in tasca e critica così pesantemente l'efficacia dello Stato nella tutela dei cittadini. Ma dopo aver preso le distanze della sue parole, definendole «una posizione personale», specifica: «Non ho preso alcuna iniziativa nei confronti di Angelo Mascolo».
Al momento l'unico organo a muoversi è quindi il Csm. Il giudice trevigiano però non si lascia impressionare e commenta serafico: «Un provvedimento disciplinare nei miei confronti? Facciano pure, saprò come difendermi nei modi previsti dalla legge. Non mi tiro mica indietro: rispondo sempre di quello che faccio. Ma non avrei mai immaginato che questa storia scatenasse reazioni simili».
E invece la sua storia sta avendo ripercussioni a tutti i livelli. I carabinieri di Treviso stanno facendo accertamenti sull'episodio scatenante di tutta questa baraonda ispirando al giudice la sua lettera al vetriolo: l'inseguimento subito da parte di una misteriosa auto, una Bmw, avvenuto qualche sera fa sulle strade trevigiane. Mascolo ha rivelato che dopo aver eseguito un sorpasso, quella Bmw ha cominciato a inseguirlo sfanalando. Lui si è spaventato e solo il provvidenziale intervento di una pattuglia dell'Arma ha risolto la situazione. Adesso gli investigatori stanno cercando di dare un nome al conducente dell'auto verificando tutta la vicenda.
Ma non solo. Mascolo, pesantemente attaccato anche dall'Anm (Associazione nazionale magistrati), ha deciso di sporgere querela per tutelare la propria immagine. L'Anm era stata piuttosto dura, arrivando a dire che Mascolo aveva richiamato a sproposito o addirittura auspicato il ricorso alla violenza o a forme di vendetta o omicidio per la difesa dello Stato.
«Non ho mai detto o pensato cose del genere - sottolinea Mascolo - quindi sporgo querela. Si sono accaniti contro di me. Non è accettabile». Detto questo, non si rimangia niente: «Non rinnego nulla. Il problema sicurezza c'è. Tutti si sono fissati sulla pistola, ma il senso del mio discorso era che lo Stato deve migliorare la vigilanza e la sicurezza nel territorio. Ho fatto come quel bambino che dice il Re è nudo e tutti si sorprendono».
Per l'Anm però l'immagine che Mascolo tratteggia del Paese non è reale: «Al di là di quello che dice il collega Mascolo - spiega Roberto Terzo, presidente distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati del Veneto - l'Anm ha espresso chiaramente il suo punto di vista. Dire che tutto va male, oltre a nuocere al Paese, è una cosa non vera. Si dà grande risalto ai furti nelle abitazioni ma, alla fine, i numeri sono sempre uguali a quelli degli anni scorsi. Non c'è alcun incremento». Di Mascolo non vuole parlare, ma Terzo però sottolinea: «Se suoni la grancassa e fai credere alla gente di essere sotto assedio, la cosa può diventare pericolosa. E questo vale per tutti, anche per la stampa. Chi poi pratica il nostro lavoro deve avere, per forza, serenità d'animo e mente fredda. Non si può dare continuamente l'impressione di vivere in un paese in guerra».
Ma su questo punto, sulla guerra vera o presunta, il giudice trevigiano ribatte quasi sorridendo: «E perché forse le sembra di essere in pace? Il problema c'è. Non rinnego nulla, due terzi del mio stipendio se ne va in tasse e quindi penso di avere il diritto di esprimere le mie opinioni. Ma si è voluto intendere più di quanto ho detto. La pistola? Come magistrato ho il diritto di possederla e la prenderò. Ma il punto, ripeto, non è questo: ma lo Stato che deve garantire più sicurezza».
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