Gli urlano «buttati»: si lancia dal tetto

Giovedì 24 Agosto 2017
Gli urlano «buttati»: si lancia dal tetto
Sotto il tetto della palazzina di via Danimarca non ci sono solo carabinieri, vigili del fuoco e ambulanza, ma anche decine di curiosi. E qualcuno gli urla Buttati, come se assistesse a uno show televisivo e non a un dramma in diretta. E alle due del pomeriggio, dopo tre ore di trattativa infruttuosa, l'algerino Farid fa una breve rincorsa e si lancia nel vuoto, andando a schiantarsi sul marciapiede dopo un volo di una decina di metri. E dalla piazza qualcuno applaude.
Si è conclusa nel modo più drammatico la vicenda di S.H. (a Jesolo conosciuto con il nome di Farid), algerino di 41 anni, regolare, sposato con una italiana; da ieri pomeriggio l'uomo è ricoverato all'ospedale dell'Angelo di Mestre in condizioni disperate.
Erano state la moglie e la sorella di lei, da qualche giorno ospite nell'appartamento di via Danimarca (una palazzina di due piani con mansarda, a due passi da piazza Milano) a chiamare i carabinieri. Le due donne ieri mattina si erano allontanate precipitosamente da casa, rifugiandosi in un negozio di fronte: ferite e agitate, sono state portate al pronto soccorso con vari tagli alle braccia, la moglie addirittura con un braccio rotto. Più tardi le due donne hanno presentato una denuncia-querela, raccontando ai carabinieri di essere state legate da Farid e da lui costrette ad avere rapporti sessuali; dopo le cure saranno sottoposte a specifici esami ginecologici.
Giunti in via Danimarca, i carabinieri si trovano di fronte a una situazione imprevista. L'uomo si barrica in casa e non vuole aprire. So perchè siete qui, io in galera non ci torno, urla ai militari. Passa da poco mezzogiorno e viene visto salire sul tetto attraverso il lucernario della sua abitazione: ha con sè un lungo coltello da cucina, un paio di forbici ed una bottiglia di birra. La situazione diventa presto molto difficile e tesa. In via Danimarca arrivano quattro mezzi dei carabinieri, cui più tardi si aggiungerà anche il furgone blindato, due ambulanze, due auto della polizia, una pattuglia dei vigili e due mezzi dei vigili del fuoco. La mia vita non vale niente, urla l'algerino. E ancora: Io non torno in galera, ho già fatto tre anni. Portatela qua, i soldi erano miei. Il riferimento è alla moglie. I carabinieri provano a convincerlo a scendere, ma ogni volta lui minaccia di fare una cosa che mai avete visto, a volte mimando con il coltello il gesto di tagliarsi la gola. Aumenta il numero di curiosi: in molti riprendono ogni scena con il cellulare, qualche genitore si ferma con i figli piccoli. Sono le 14: lancia in strada il coltello e le forbici e subito dopo prende la rincorsa e si getta nel vuoto. E c'è chi applaude allo show.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci